CCP

giovedì 28 marzo 2013

Roberto Jonghi Lavarini in Televisione.


 

Libraria: Tradizione, Cultura e Azione!



Ivan Morris. - La nobiltà della sconfitta. Pp. 340. Guanda, 2010. Euro 22,00

Yukio Mishima. – L’età verde. Pp. 186 più appendice fotografica. SE, 2003. Euro 18,00

Mishima. Il pazzo morire. Edizioni di Ar, 1979. Euro 15,00

Mishima. Ancora intorno al pazzo morire. Edizioni di Ar, 1980. Euro 15,00

Yukio Mishima. – La voce delle onde. Prima ed. it. Pp. 178. Feltrinelli, 1961. Euro 24

Yukio Mishima. – La voce delle onde. Feltrinelli. Euro 7,50

Yukio Mishima. – La voce degli spiriti eroici. Pp. 106 più appendice iconografica. SE, 2006. Euro 13,00

Yukio Mishima. – Neve di primavera. Pp. 320. Feltrinelli, 2009. Euro 12,00

Luciano Pirrotta. - La conoscenza ribelle. Con due scritti su Juenger e Mishima. Atanor. Euro 11,00



Freda Franco G. Platone. Lo Stato secondo giustizia € 13,00
Freda Franco G. I lupi azzurri € 13,00
Freda Franco G. Monologhi (a due voci). Interviste 1974 - 2007. € 15,00
Freda Franco G. In alto le forche! Il '68 e il nichilismo € 8,00
Freda Franco G. L'albero e le radici € 17,00
Freda Franco G. La disintegrazione del sistema € 15,00


Gabriele D’Annunzio. – Il fiore delle laudi. I maia; Alcyone; Elettra; Merope; canti della guerra latina; altro. Con ritratto dell'Autore in antiporta. Pp. 242. Mondadori, anni ’30. Euro 30,00

D’Annunzio. - Il Piacere. Pp. 504. Il Vittoriale degli Italian, 1942. Euro 60,00 Occasione: fino a venerdì 29 marzo, euro 48

D’Annunzio. - Il fuoco. Pp. 522. Il Vittoriale degli Italian, 1942. Euro 65,00 Occasione: fino a venerdì 29 marzo, euro 48



 
Clemente Graziani. La vita, le idee. Vita e idee del fondatore del Movimento Politico Ordine Nuovo, con testimonianze e testi. Questo libro raccoglie gli scritti più importanti di "Lello" Graziani, in parte pubblicati su giornali e riviste e in parte inediti. Pp. 312, più alcune ill, cop. rigida con sovracop. Settimo Sigillo, 1997. Euro 30,00

Reiter Fulvio - Ordine Nuovo. Verità e menzogne. Risposte alla Commissione Stragi. Settimo Sigillo. € 20,00

Pino Rauti. - Le idee che mossero il mondo. Le idee che mossero il mondo è una serrata critica alla retorica dei buoni sentimenti, tanto ostentata quanto vacua, e contiene una riflessione tesa a scandagliare gli abissi e i vuoti del mondo contemporaneo. Seguono le analisi sui grandi laboratori culturali dell’umanità, sulle tradizioni e le correnti spirituali dell’Europa, dell’Asia e del Mediterraneo, sulla vita materiale e il deserto nichilista dell’odierno sistema mondo. Dal mito alla storia, attraverso gli oceani del tempo, le idee che mossero il mondo testimoniano le linee di vetta degli eroi, dei re, dei prìncipi, dei cavalieri, dei popoli. Pp. 560, cop. rigida con sovracop. Controcorrente.Euro 30.00

Evola J. -
"Il mio incontro con Codreanu" – Romualdi A.: "Franz Altheim e le origini di Roma". In Civiltà, anno 1 n. 2/1973. Il numero della rivista di Ordine Nuovo dedicato alla memoria di Adriano Romualdi. Euro 30,00

Civiltà n. 6/7 1974. Scritti di Evola, Rauti, Rallo, Saint-Pauliene altri. Con un ricordo di Evola, a cura della redazione, per la sua morte. Euro 40,00



Mazzini. - Scritti letterari. vol. II. Pp. 334. Bietti, 1933. Euro 14


Mazzini. - Doveri dell'uomo. Pp. 104. Pensiero e azione, anni '20. Euro 15
Ettore Vigano (Gen.). – Ricordi degli anni 1859 e 1860. I fatti politici e militari più importanti del Risorgimento narrati da chi ne è stato parte. Pp. 150. Cogliati, 1932. Euro 18,00

Giuseppe Mazzini. - Della guerra d'insurrezione conveniente all'Italia. Istruzioni per le bande nazionali. Edizioni di Ar, 2010. Euro 7,00
I Sublimi Maestri Perfetti. – La Carboneria. Pp. 88. Edizion di Ar, 2010. Euro 9,00

Silvio Pellico. Le mie prigioni. Pp. 224. Longanesi, 1983. Euro 14

Abba G.C. – Da Quarto al Volturno. Noterelle di uno dei Mille. Un classico della letteratura garibaldina. Pp. 216. Vallecchi, 1928. Euro 16,00
Giuseppe Bandi. – Anita Garibaldi. Con documenti sulla vita di Garibaldi in America. Pp. 144, 8 tavole. Bemporad, 1935. Euro 25,00

Maineri. - Goffredo Mameli. Pp. 178, cop. in tutta tela. Vallardi, 1916. Euro 20,00

Castellani. - Moto di Romagna (1843).
Pp. 172, cop. in tutta tela. Vallardi, 1917.Euro 14,00
Marchetti. - Lombardia e Piemonte nel 48-49. Pp. 324
, cop. in tutta tela. Vallardi, 1940 Euro 15,00

Cappello. - Famiglie Bandiera e Graziani.
Pp. 164, cop. in tutta tela. Vallardi, 1916. Euro 14,00

Cristina Belgioioso - La rivoluzione lombarda del 1848. Pp. 86. U.E., 1949. Euro 5,00

Marò liberi subito! Vergogna governo cagoia!

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martedì 26 marzo 2013

"Cuore saldo, mente lucida, mani libere".

Cuore saldo, mente lucida, mani libere.
Milano, 26 marzo 2013
Ad una persona normale che si sveglia presto per andare a lavorare, un buon caffè dà la giusta carica per iniziare bene la giornata e, nel corso di questa, altri caffè servono a mantenere alta la concentrazione e, quindi, la produttività. Come questa persona prenda il caffè (normale o macchiato, lungo o ristretto, amaro o zuccherato, diluito in un caffelatte o con un gelato affogato) ha poca importanza, quello che conta veramente è la giusta dose giornaliera di caffeina.
Ma cosa c’entra questa banale storiella con il futuro della destra sociale italiana? Ve lo spiego subito. Al nostro popolo, la nostra destra (intesa come valori, idee, uomini, stili e comportamenti) è assolutamente necessaria (come la caffeina) ma come questa si inserisca nelle specifiche dinamiche spazio-temporali della politica (elezioni ed istituzioni) non ha alcuna importanza. Concentrata in una piccola lista autonoma, diluita in una coalizione o in un grande partito, il risultato non cambia: l’importante è essere assunti dal corpo della nazione e, come un toccasana, essere realmente utili alla sua salute, al suo buon funzionamento.
Per questo, dopo la scomparsa del Movimento Sociale Italiano, ho imparato a rimanere assolutamente rigoroso nei confronti dei principi e degli ideali, quanto ad essere assolutamente pragmatico sull’utilizzo degli strumenti e delle strategie più adeguate ed utili alla “buona battaglia”. L’importante non sono i contenitori e le etichette,le sigle ed i partiti, meri strumenti, per quanto essenziali di questa democrazia, per fare Politica, ma i contenuti valoriali, ideali e programmatici , la coerenza fra il pensiero e l’azione ed il buon esempio quotidiano.
Io, in questi anni, ho, più volte, cambiato appartenenza organizzativa (Alleanza Nazionale, Fiamma Tricolore, Indipendente in AN, Popolo della Libertà e Indipendente ne La Destra) ma rivendico di averlo fatto rimanendo assolutamente coerente con me stesso, con le mie idee e con i miei valori di riferimento, senza mai rinnegare nulla e nessuno della mia oramai ultra ventennale militanza politica. Altri, invece, spesso solo per puro opportunismo o, forse peggio, per mera ottusità, sono rimasti fermi sotto lo stesso marchio o sotto lo stesso padrone, non accorgendosi che il carro sul quale erano comodamente seduti, ha più volte cambiato strada e spesso anche sbandato. Quello che conta veramente è solo la Fedeltà spirituale ed ideale, non quella ad un partito, ad una corrente o ad un qualsiasi capetto.
Dopo le ultime elezioni politiche, stiamo, purtroppo, assistendo al completo sfacelo della destra sociale italiana: ai sette nani, tutti perdenti, si aggiungono, di giorno in giorno, nuove scissioni, nuove sigle e nuovi guru che, naturalmente divisi fra loro, promettono la oramai chimera unità d'area. Siamo passati dalla tragedia alla farsa! Per questo, prendendomi l’ennesima pausa di riflessione, mi ritengo assolutamente libero di trovare nuove sinergie, di creare nuove sintesi e di percorrere nuove strade. Il tutto, insieme ai miei amici, camerati e sostenitori: rimanendo noi stessi e ricercando sempre il bene comune.
Roberto Jonghi Lavarini - DESTRA PER MILANO

lunedì 25 marzo 2013

Giancarlo Garbelli: Presente!

L'Associazione Nazionale Ardti d'Italia e la Unione Nazionale Combattenti della Repubblica Sociale Italiana rendono l'estremo saluto al grande campione internazionale Giancarlo Garbelli, autentico patriota, ardito e combattente, nostro carissimo consocio.

Addio PAPA’ GRANDE Campione GIANCARLO “Il Fighter d’Italia” GARBELLI Patrimonio dell’Umanità dello Sport.

Oggi 16 marzo, h. 12:13 si è spento mio padre Giancarlo Garbelli nella sua casa in Brianza a Lurago D’Erba, circondato da tutti noi suoi cinque figli, Carlo, io Gianna, Alberto, Caterina e Gabriele e la seconda moglie Mirka. Un tumore al fegato l’ha consumato in tre settimane.

Nato a Milano 4 ottobre 1931. Grande Campione senza Corona.

Io che il pugilato l’ho masticato sin da bambina,non mi è difficile confermare che è stato il più coraggioso, il più temuto, il più brillante, il più generoso, intelligente, impavido campione di pugilato che l’Italia abbia maiavuto. Hai entusiasmato l’Italia dei migliori anni della boxe del dopoguerra dal 1952-1963 striminzito nei pesi leggeri, naturale peso welter e poiun po’ più comodo, peso medio.

Il tuo recorddi 99 match(26 KO) 72 vinti-11-pariMAI a KO! Il record, per quanto può essere importantenella nobile arte, dove conta davvero tanto la storia, significa solo una cosa incredibile, inundicianni hai combattuto nei migliori ring almeno una volta al mese, 10, 12, 15 rounds! tu li hai sfidati tutti, da valoroso, intrepido, rapido, potente, tutti dall’inizio alla fine.

Tra le tue tante riflessioni: "gli uomini quando sono buoni sono feroci. Quelli che fanno i duri non valgono niente"

Del tuo coraggio dicevi: Il Coraggio non nasce dalla Paura, ma dalla Fede! Crederci.

Sei stato anche profetico:”..una Nazione che non riconosce il Sacrificio del Pugilato...è una Nazione in decadenza....!

International Boxing Hall of Fame,Pantheon Internazionale delle Celebrità della Boxe a CanastotaNew York mi ha scritto solo ieri, guarda a volte il tempismo del destino, che sarai celebrato nel Museo che raccoglie i grandi campioni di tutto il mondo, grazie papà per aver scolpito il tuo nome nella storia del Pugilato Mondiale.Ora sei consacrato Patrimonio dell’Umanità dello Sport.

Che orgoglio per noi tuoi figli, che orgoglio per l’Italia da te tanto amata dicevi: “Italia io muoio se serve, per te.“ Grazie papà, < Il Fighter D’Italia>©Gianna Garbelli



"L'embrione d'oro" libro di Francesca Cianfarini su Mircea Eliade.


Sinossi del libro”l’Embrione d’Oro” di Francesca Cianfarini

In questo libro il lettore viene tratto per mano e condotto alla scoperta dell’opera del grande storico delle religioni rumeno:Mircea Eliade. Qual’era la visione del mondo di Eliade?Essenzialmente quest’ultima si articola in alcuni punti fondamentali come la sacralità della vita che si manifesta in ogni forma di esistenza ,ma anche in altri complessi aspetti come l’amore per lo studio del mito e dei popoli primitivi,il mistero della malattia sacra che coglie gli uomini scelti per una missione spirituale,la concezione per lo più ciclica del tempo nel mondo antico e l’incontro tra le diverse culture e religioni:le Occidentali e le Orientali. Al centro di tutto c’è il concetto di iniziazione, presente presso tutte le civiltà,come momento di passaggio, dall’età infantile all’età adulta,senza perdere, però, la propria giovinezza interiore. Il senso dell’eterno e del proprio cuore come centro della vita spirituale,è sempre presente in Eliade. Questo “elisir di lunga vita” che l’autrice augura a tutti di trovare,può essere riassunto in questa frase del libro :”Avere la saggezza e la sapienza di un anziano e il cuore e la purezza di un bambino,capire la coinci denza tra l’inizio e la fine di una vita,è il segreto che l’iniziazione vuole svelare e il miglior destino che si possa augurare ad un uomo.”

Note biografiche dell’autore.

Francesca Cianfarini è nata il 30 marzo del 1979 a Milano dove risiede,si è diplomata alla Deutsche Schule Mailand e si è laureata in filosofia con un indirizzo in estetica con Presidente di Commissione il professor Stefano Zecchi.Tra gli interessi dell’autrice:la partecipazione al Rotaract per 16 anni e la militanza politica nel movimento giovanile di un partito dove ha approfondito il pensiero conservatore.Attualmente collabora nell’impresa di famiglia.


Da Cipro deve partire la rivolta dei popoli e delle nazioni contro l'usura delle banche e la plutocrazia mondialista.


La Grecia: “il grande successo, dell’Euro” secondo gli eurocrati
La situazione in Grecia è già precipitata da qualche mese. Ma la stampa europea non ne ha praticamente fatto cenno, perché non bisognava avvantaggiare i partiti populisti prima delle elezioni italiane e delle prossime elezioni tedesche. In Grecia – si ricorderà – dopo un risultato elettorale che aveva premiato le forze populiste (di destra e di sinistra), sono state indette nuove elezioni all’insegna di una propaganda di regime che mirava a terrorizzare gli elettori: se prevarranno ancora i populisti la Grecia sarà espulsa dall’Unione Europea e precipiterà nel caos. I greci – come si sa – hanno abboccato all’amo e sono tornati a votare per i partiti europeisti. Risultato: è stato creato un governo “responsabile” che ha accettato le ricette iugulatorie della Banca Centrale Europea e del Fondo Monetario Internazionale. E il caos – quello vero, quello destinato a durare ben più di qualche mese – è arrivato. In Grecia – anche se la stampa “indipendente” si guarda bene dal darne notizia – siamo agli assalti ai supermercati, siamo alla caccia all’immigrato accusato di “rubare” ai greci non più un lavoro (che non c’è) ma un piatto di minestra alla mensa dei poveri, siamo alla fame vera, con i bambini che svengono in classe per la denutrizione, siamo alla scomparsa della sanità pubblica, con fasce sempre più larghe di cittadini ellenici che ricorrono per le cure alle ONG, cioè alla carità, siamo addirittura alla vendita di pezzi di territorio nazionale agli stranieri: un intero arcipelago (le sei isole delle Echinadi) è stato ceduto all’emiro del Qatar per un piatto di lenticchie, 8 milioni e mezzo di euro, il prezzo di una azienda agricola italiana di media grandezza. Perché questo? Perché in Grecia (e a Cipro, un pezzo di Grecia che la diplomazia occidentale vuole forzatamente mantenere divisa dalla madrepatria) le ricette europee in salsa tedesca hanno portato alle uniche conseguenze logicamente possibili: innanzitutto, un indebitamento progressivo cui – impossibilitato a battere una propria moneta – lo Stato deve far fronte indebitandosi ulteriormente con i mercati e con gli organismi europei che forniscono gli “aiuti”; e, come ulteriore conseguenza, un ricorso alla più crudele macelleria sociale per sottostare ai diktat di chi concede i prestiti a strozzo. Di fronte a questa situazione, come dimenticare la cinica dichiarazione (ancor oggi reperibile su You Tube) che è stata resa ai microfoni de La 7 dal più autorevole eurocrate nostrano, il professor Mario Monti? Trascrivo fedelmente: «Oggi, secondo me, stiamo assistendo, non è un paradosso, al grande successo dell’euro. E qual è la manifestazione più concreta del grande successo dell’euro? La Grecia. (…) Quale caso di scuola si sarebbe mai potuto immaginare – caso limite – di una Grecia costretta a dare abbastanza peso alla cultura della stabilità e che sta trasformando sé stessa?» Certo che la Grecia sta trasformando sé stessa: da nazione con un tenore di vita collocato nella fascia medio-alta delle classifiche mondiali, a nazione con una economia da paese sottosviluppato. La stessa trasformazione che attende l’Italia, se resterà ancora nell’Unione Europea.
Pubblicato su “Social” (settimanale indipendente di Trapani) del 22 marzo 2013
di Paolo Cardenà
L”Unione Europea, approvando il salvataggio delle banche cipriote, aveva preteso un prelievo forzoso (rapina) sui conti correnti dei cittadini di Cipro. Come noto, il prelievo sarebbe dovuto essere del 6.75% sulle somme inferiori ai 100 mila euro, e di quasi il 10% su quelle superiori a tale giacenza. Secondo le notizie che si apprendono, in quella sede, il FMI avrebbe chiesto addirittura una tassa del 40%, ma con franchigie più elevate.
Tali misure sarebbero dovute essere approvare dal Parlamento cipriota, ma la libertà ha prevalso sull’oligarchia dei banchieri e sulla tirannia europeista. Il Parlamento cipriota ha respinto al mittente la proposta della tassa rapina, riaffermando la sovranità del popolo che, troppo spesso, in questa Europa, sembra sfuggire ai suoi gerarchi. Cipro ha avuto il coraggio di dissentire, e ha deciso che il suo popolo non debba essere vittima di un esproprio di quel genere per pagare il conto alle Banche tedesche esposte su quelle cipriote, guarda caso, per lo stesso importo del gettito preventivato di 5, 8 miliardi di euro. In un quadro del genere, in attesa di capire come evolverà la situazione cipriota, cerchiamo di comprendere cosa potrebbe accadere in Italia se dovessero esse introdotte misure di contrasto all’utilizzo del denaro contante.
Ciò che sta accadendo a Cipro ci insegna una cosa molto semplice, ossia che il tabù dell’inviolabilità e del rispetto dei risparmi e dei sacrifici di una vita, almeno nel contesto dell’Europa meridionale, è stato violato, è stato abbattuto, definitivamente. A nulla possono valere eventuali rassicurazioni, smentite, o peggio, passi indietro. Le autorità europee si sono dimostrate del tutto inaffidabili. L’insegnamento che ci deriva dal caso Cipro, è che chi ha dei risparmi depositati presso qualsiasi banca dei Paesi in difficoltà, potrebbe rischiare di perderli, almeno in parte. Sarebbe perfino ingenuo pensare che l’esproprio potrebbe riguardare solo i conti correnti, poiché ogni genere di attività potrebbe essere colpita, più o meno pesantemente, anche se con differenti livelli di difficoltà. Difficoltà certamente ovviabili, se si intende ottenere un determinato risultato, che poi sarebbe quello di rendere solvibili banche e Stati.
La linea di demarcazione tra debito e credito, di colpo, sembra di essere divenuta più sottile, pallida, quasi inesistente. E’ chiaro che al debito di un soggetto, corrisponde il credito di un’altro di un altro soggetto. E per rendere solvibile il debitore, non c’è nulla di più agevole che compensare posizioni a debito con quelle a credito. Ed il gioco è fatto: il debitore è stato reso solvibile e il creditore è stato espropriato. Bella l’economia di mercato, vero? Peccato che questo valga solo per le banche e per gli Stati; non per i cittadini comuni che poi sarebbero quelli a cui l’esproprio è rivolto.
Nel contesto Italiano esiste una vulgata popolare, capeggiata da Bersani, secondo la quale, in nome della lotta all’evasione fiscale, si dovrebbe abbassare la soglia all’utilizzo del denaro contante, oppure eliminarlo del tutto.
Questo, è addirittura riproposto in uno degli otto punti che dovrebbero essere quelli ispiratori l’azione del prossimo governo a guida Bersani (?). Tant’è che tra i provvedimenti da adottare, si legge: “Misure per la tracciabilità e la fedeltà fiscale”. Tradotto significa: abbassamento della soglia di utilizzo del denaro contante (o completa eliminazione). Già in diversi articoli abbiamo trattato l’argomento e qui ci limitiamo solo ad esporre alcune considerazioni. Bersani pretende che il denaro contante sia depositato in banca. Ciò significa che chi ha uno stipendio, ad esempio, dovrà riceverlo obbligatoriamente in banca. Così come ogni sostanza contante, di cui si dispone, dovrà essere depositata in banca, e da lì spesa attraverso la moneta elettronica.
Di colpo, grazie ad un atto normativo, il cittadino verrebbe privato, oltre che di questa forma di libertà, anche dell’unica forma di dissenso a sua disposizione nei confronti del sistema bancario. Per contro, le banche verrebbero graziate in quello che per loro costituisce il vero e proprio incubo: la corsa agli sportelli. A quel punto, essendo il denaro smaterializzato e sostituito con un algoritmo astratto e intangibile, ne deriva che se non esiste moneta contante da scambiare e da prelevare, viene meno anche il pericolo che la popolazione possa chiedere la restituzione di ciò che non esiste. E’ evidente.
Il sistema bancario deterrebbe in deposito la maggior parte della ricchezza del paese. Deterrebbe in custodia i vostri investimenti in titoli, azioni, obbligazioni, i preziosi custoditi in cassette di sicurezza, e ora anche il denaro che, obbligatoriamente, deve essere depositato sul conto corrente. Siccome le pretese impositive dello Stato si fondano su imponibili di cui lo Stato stesso ne dovrebbe conoscere le dimensioni e la collocazione, se ne deriva che lo Stato non potrebbe tassare ciò che non conosce, come ad esempio il denaro contante che voi custodite a casa, almeno fino a questo momento. Il pericolo è proprio quello di essere obbligati, tramite un provvedimento di legge, a privarsi dell’utilizzo del contante, per rendere la macchina coercitiva del fisco ancora più efficiente, funzionale, perfetta e micidiale.

Tra poche settimane, le banche italiane dovranno trasmettere all’anagrafe tributaria tutte le movimentazioni dei nostri conti correnti
. Lo stato, con un semplice click, potrà conoscere in tempo reale ogni vostra ricchezza: sia la sua collocazione, che la sua dimensione complessiva. Ricchezza incrementata, ovviamente, dai depositi di denaro contante che, oltre a far aumentare la base imponibile da colpire con un’eventuale imposizione patrimoniale, offre allo Stato la garanzia del buon esito della sua pretesa tributaria.
Quindi, in questo caso, avrebbe a completa disposizione ogni forma di ricchezza, e potrebbe tassare, confiscare ed espropriare, ogni importo suo piacimento, desiderio e necessità, sia per salvare chi tale ricchezza la detiene in deposito (le banche), sia per salvare se stesso e i privilegi del manipolo di gerarchi da un eventuale bancarotta.
Anzi, questo pericolo è quantomai reale e percepibile al punto che lo stesso Bersani non nasconde affatto il desiderio di applicare un’imposta patrimoniale.
Volete un esempio su cosa potrebbe fare lo stato con il vostro patrimonio? Bene, basta prendere ad esempio Cipro. La cosa più semplice da fare è proprio quella di aggredire il deposito sui conti correnti. Sono sostanze disponibili e quindi per definizione idonee ad essere immediatamente trasferite, dal conto corrente alle casse dello stato. E poi se lo Stato è fortunato e a voi vi dice male, sul conto corrente potrebbe anche trovare un saldo particolarmente elevato derivante dal mutuo che la vostra banca magari vi ha accreditato qualche giorno prima per comprare la vostra casa o finanziare la vostra attività. Quindi un “extragettito” per lo Stato, una maggiore rapina per voi, su dei patrimoni a debito che dovrete rimborsare alla banca.
La cosa vi sorprende? Nel 1992, con la patrimoniale di Amato, è accaduto proprio questo. Aziende e famiglie di sono viste confiscare ricchezza su delle somme derivanti da un finanziamento concesso dalla banca e temporaneamente depositato sul conto corrente bancario. Vi sembra giusto?
Volete un’altro esempio? Eccovi serviti. Bersani, ad esempio, come dicevamo, non nasconde affatto l’idea che sarebbe favorevole ad un’imposta patrimoniale sui grandi patrimoni, intendendo per tali, quelli oltre 1.5 milioni di euro. A parte il fatto che egli non fornisce chiarimenti su cosa debba intendersi per patrimonio, ossia se si dovranno considerare beni immobili, mobili, investimenti, aziende ecc., come già dicevamo in un precedente articolo, il sospetto è che, quando si accorgeranno che il gettito derivante da un’imposizione patrimoniale a quei livelli sarà molto ridotto, probabilmente, abbasseranno di molto il livello di patrimonio dal quale far scattare l’imposizione al fine di aumentare la base imponibile.
Solo per citare un esempio, qualora dovesse essere tassato il patrimonio immobiliare, non è detto che il contribuente abbia disponibili gli importi per adempiere all’obbligazione tributaria. Ecco quindi che il fisco potrebbe aggredire il conto corrente dove si detengono, per obbligo normativo, anche le risorse indispensabili per il sostentamento dei propri congiunti, lasciando a pancia vuota tutta la famiglia. Ma la carrellata di casi e gli aspetti inquietanti di una simile coercizione della libertà individuale è ancora lunga, fitta ,se non interminabile. Si potrebbe andare avanti per ore, ma non cambierebbe affatto il risultato.
La banca, concludendo, diverrebbe una gigantesca camera di compensazione, ossia soggetto giuridico al servizio (più di quanto lo sia oggi) dello Stato per espropriare ricchezza: ossia il presente e il futuro di liberi ed onesti cittadini.

Rifugi Antiaerei a Milano.

Milano, Rifugi Antiaerei - di Andrea Andrighetti

Giovedì 28 marzo, alle ore 18.30, presso lo Spazio Ritter (via Maiocchi 28 – 20129 Milano), si presenterà il libro di Maria Antonietta Breda & Gianluca Padovan:
Milano: Rifugi Antiaerei. Scudi degli Inermi contro l’Annientamento.
Autori: Maria Antonietta Breda, Gianluca Padovan
Titolo: Milano: Rifugi Antiaerei. Scudi degli Inermi contro l’Annientamento
Casa Editrice: Lo Scarabeo
Formato: 17 x 24 cm
Copertina: brossura
Pagine: totali 512 (256 pag. carta uso mano color avorio di testo; 256 pagine di carta patinata opaca di immagini)
Immagini: n. 457 in bianco/nero (foto attuali, foto d’epoca, planimetrie, documenti, disegni, etc.), gran parte inedite
ISBN: 9 788884 781307
Prezzo: 34,00 euro
Perché mantenere la memoria dei rifugi antiaere?
I rifugi antiaerei della Seconda Guerra Mondiale sono la testimonianza di un dramma, o meglio di uno sterminio, che va ricordato: la guerra degli aeroplani militari contro i civili inermi. Il libro «Milano: Rifugi Antiaerei» è una sorta di manuale utilizzabile soprattutto per individuare e censire i rifugi ancora esistenti a Milano e in altre città d’Italia. È una guida che si rivolge soprattutto ai giovani, per stimolarli a percorrere con altri occhi le strade e le piazze d’ogni giorno. Le tracce della morte, ancora presenti, e i tentativi dei vivi per scongiurarla, possono fornire la reale testimonianza di quello che accadde. Le tracce della morte sono gli edifici sbrecciati o sventrati, le bombe inesplose. Le azioni dei vivi sono le scritte dipinte sui muri per indicare i rifugi, le uscite di soccorso e di sicurezza, le porte blindate. I documenti d’epoca segnano senza equivoco le azioni di ognuno nella guerra fratricida, dove pochi individui decretarono la morte di milioni. Se una certa storia è stata scritta da chi ufficialmente vince, si tratta di una sola mano di vernice poco consistente, data su ciò che realmente accadde, la quale nel tempo sbiadisce e si dissolve. Rimane la vera Storia, sotto gli occhi di tutti. E noi, questi occhi, non dobbiamo chiuderli una seconda volta.

venerdì 22 marzo 2013

Roberto Jonghi su Antenna 3.

Mercoledì 27 marzo 2013 - ore 21.00-23.00
ROBERTO JONGHI LAVARINI
in Televisione ad ANTENNA 3 Lombardia
come "libero opinionista di destra"
ospite della trasmissione "FORTE E CHIARO"
condotta dal giornalista ROBERTO POLETTI
Potete intervenire in diretta,
telefonando al numero 02.320046240





Destra per Milano e Roberto Jonghi Lavarini: avanti con il "Fronte della Tradizione"!

Cambiano i tempi, le sigle e i partiti, i contenitori e gli strumenti per fare Politica ma la buona battaglia continua, perchè rimangono i Valori, le Idee e gli Uomini (veri), in piedi sopra le rovine!