CCP

venerdì 31 agosto 2012

Con i minatori sardi del Sulcis.

I MINATORI DEL SULCIS Non credo che ai lavoratori del Sulcis, barricati a 373 metri di profondità nel ventre della terra in difesa del loro diritto al lavoro, importi molto delle elezioni siciliane, né della nuova legge elettorale, né del valzer e delle “slinguazzate” tra la Merkel e Monti in quel di Berlino. Sono tutte opere dei pupi che si svolgono a beneficio di quella genia di beoti Italiani che credono ancora che nulla sia cambiato o che niente stia cambiando e che pensano che siano gli altri a doverli salvare, e che sono convinti della lucidità ed obbiettività degli analisti dei vari quotidiani nazionali o delle televisioni di stato e non. Non sarà Monti, ma neanche Bersani, nemmeno Berlusconi e meno che mai Grillo a salvare l’Italia; la nostra bella nazione può essere salvata solo dagli Italiani, ma da quelli veri, come i minatori del Sulcis, che lavorano, in un lavoro duro e usurante, e che per il lavoro sono pronti a forme di protesta dure, decise ma intelligenti, come hanno fatto quando si sono buttati in mare per impedire l’attracco dei traghetti o come stanno facendo adesso, chiusi spontaneamente a 373 metri di profondità. Gente che crede nella dignità del lavoro e nella sua potente funzione sociale. Non basta applaudire alla loro protesta ma bisogna capirne il significato profondo e soprattutto trarne i sottostanti insegnamenti. Bisogna capire che dobbiamo rimboccarci le maniche e rimetterci a lavorare e duramente, la nostra mente deve essere quotidianamente impegnata al raggiungimento della maggior efficienza sul posto del lavoro, che il guadagno economico non è l’unico scopo del lavoro ma ne è solo una parte, essenziale sicuramente per la crescita dell’essere umano, della sua famiglia e della comunità nazionale di cui fa parte,ma non sufficiente in quanto è altrettanto importante la soddisfazione per aver fatto fino in fondo il proprio dovere, che il profitto individuale va commisurato al profitto che deriva alla comunità intera e quindi l’obiettivo dell’impresa e del lavoro non deve essere il massimo profitto, come insegnano le mai troppo aborrite leggi del mercato, ma la massima efficienza sociale. Chi in comoda poltrona, dopo una giornata di finto lavoro, in un ministero o in una scuola, passata soprattutto a parlar di calcio, di donne o di altre amenità del genere, davanti ad un telegiornale esprime un pensiero di solidarietà per i minatori, deve capire che il giorno dopo deve impegnarsi e seriamente nel proprio lavoro e lo stesso deve pretendere dai propri colleghi, dai propri figli, dai propri familiari, ribellandosi a chi si nasconde, a chi evita di impegnarsi ed aiutando chi lavora male a lavorare meglio. Lo stesso impegno va trasferito in politica, quella vera, quella che cerca di disegnare una società più equa ed a dimensione umana, certo non rappresentata dai vari personaggi della partitocrazia, ma neanche dai politici inventati o prestati dallo spettacolo e che delle giaculatorie sugli abusi delle caste hanno fatto un affare estremamente lucroso. Bisogna allora che tutti insieme andiamo a cercare chi, in questi anni, nel silenzio, fuori dai grandi circuiti di comunicazione, ha dato buona prova di sé e lo scegliamo per la sua dirittura morale, per la sua concreta capacità di realizzazione, per la sua passione e per le cose che si prefigge, che sono più importanti di qualsiasi programma scritto che poi non viene mai realizzato. In questo caso anche i minatori del Sulcis potrebbero fare il tifo, perché parliamo di uomini animati dallo stesso spirito e dalla stessa volontà dei minatori in rivolta, con identica concezione del lavoro, sicuri tasselli per costruire l’Italia del futuro. Adriano Tilgher

"La crisi della Politica" di Adriano Tilgher

Quando avevo venti anni ero, come la maggior parte delle energie vitali della mia generazione, impegnato politicamente in modo notevole, posso dire che vivevo solo per quello. Il motivo di fondo del mio impegno nasceva dalla considerazione della crisi della società in cui vivevamo e che la crisi era di sistema. Il sistema partitocratico nato dalla sconfitta militare europea del 1945 era in crisi di rappresentatività, di partecipazione, di potere e noi cercavamo nuove forme che potessero far partecipare i cittadini alla gestione ed alla vita sia politica che economica della Nazione. Sono anni stupendi durante i quali, a destra come a sinistra, iniziano a elaborarsi nuovi e diversi documenti e proposte politiche; e queste proposte vengono richieste dalla piazza ed elaborate sul campo. Poi, per reprimere quel grande sogno, che stava addirittura portando, a poco più di venti anni dalla fine del conflitto civile che aveva tragicamente funestato l’Italia, al superamento delle contrapposizioni antifascismo-anticomunismo, “qualcuno” diede vita allo stragismo, alla strategia della tensione, che servì a ricreare gli opposti estremismi e condusse, come via obbligata, al terrorismo. Fu così che le giovani generazioni più vive e più autentiche furono prima criminalizzate e poi eliminate. Molti persero la vita, tanti passarono lunghi anni in carcere. I mediocri, quelli che oggi occupano gli spazi della politica, continuarono a proteggersi sotto l’ombra nefasta della partitocrazia, chiedendo pene severe per chi si ribellava ed imparando nel modo peggiore l’arte della corruzione e della concussione, e facendo squallide carriere all’ombra delle segreterie di partiti che tramavano nella costruzione e nello sfruttamento delle ore più buie della nostra storia recente: sono gli anni di piombo. Poi la sinistra tentò il recupero di quelle risorse: clamorosi i casi di Piperno, Sofri, Negri, Boato, D’Elia, ecc., cui mai è stato chiesto di rinnegare le proprie scelte politiche; la destra invece continuò nell’opera di demonizzazione di coloro che erano stati utili per consentirne la sopravvivenza, tranne qualche sporadico caso che, dopo opportune abiure e rinnegamenti, è servito soprattutto a drenare voti di preferenza. Fini, Alemanno, Gasparri sono stati campioni in materia di sfruttamento ed abiure. Oggi, dopo oltre quaranta anni, la crisi politica è sempre la stressa, anzi, la malattia, che all’epoca forse sarebbe stata curabile, è diventata incurabile. Il sistema dei partiti sta palesando tutta la sua farraginosità ed antidemocraticità. Esiste una frattura insanabile tra i partiti e i loro seguaci, da una parte, e la gente, dall’altra, tra la politica ed i partiti, tra la partecipazione e le forme istituzionali. Da quegli anni, che qualcuno ha definito “formidabili”, nessuno è stato capace di proporre cambiamenti radicali che ricreassero il contatto e l’accordo tra la gente e la politica, tra gli elettori e i loro rappresentanti, tra il popolo e le istituzioni. Lo spettacolo che i partiti ed i loro uomini stanno dando in questi giorni rappresenta veramente la chiusura tombale della stagione dei partiti: Lusi tesoriere della Margherita che si appropria di tredici milioni di euro dei rimborsi elettorali del suo partito; Rutelli, che di quel partito era il segretario, non se ne accorge, come Scaiola non si era accorto che aveva pagato casa metà prezzo; nessuno sa che fine ha fatto il patrimonio di Alleanza Nazionale, dei DS, dell’Italia dei Valori di Di Pietro; la Lega che investe soldi del partito in Africa; ma nessuno si chiede perché dei partiti politici, che dovrebbero essere al servizio dei cittadini, hanno dei patrimoni così ingenti e soprattutto come se li sono procurati. Personalmente faccio politica da tanti anni e probabilmente sono l’unico, o, nel migliore dei casi, uno dei pochissimi che in politica ci ha rimesso soldi; anche io ho preso il rimborso elettorale per le elezioni europee affrontate con Alternativa Sociale, ma quei soldi non sono stati sufficienti a coprire i debiti contratti dal mio partito. Come fanno costoro ad accumulare enormi patrimoni, per dipiù spendendo cifre da capogiro in propaganda, convegni, campagne elettorali? C’è da credere che corruzione e concussione siano gli strumenti attraverso cui si reperiscono fondi per sé stessi e per il partito: sono questi i veri costi della politica. Vogliamo tagliarli veramente questi costi? Non serve ridurre deputati e senatori o cancellare le provincie, sono i classici pannicelli caldi che tutt’al più riducono la rappresentatività delle minoranze, dobbiamo tagliare alla radice recidendo la fonte prima di questi costi: i partiti politici. Serve una grande riforma istituzionale e costituzionale, che consenta a tutti i cittadini di raccogliersi attorno ad idee condivise in occasione delle consultazioni elettorali e che li metta in condizione di poter esprimere le proprie scelte sia su base territoriale che in base alle funzioni che svolgono nella vita di ogni giorno, realizzando così una più autentica partecipazione. Regolamentare le campagne elettorali secondo rigidi protocolli operativi ed economici che determinino la fine del mercimonio dei consensi è un altro elemento di risparmio di risorse che va abbinato all’utilizzo in modo paritetico da parte di tutti i candidati degli strumenti di comunicazione di massa a costo zero. Ci vuole poco a realizzare una democrazia perfetta senza partiti, basta volerlo e, oggi, gli Italiani sono pronti. Ci libereremmo così in un solo colpo dei Monti, dei Casini, dei Bersani, dei Fini, dei Pisanu… Adriano Tilgher

Intervista al Presidente siriano Assad.

Un presidente e un popolo (Scritto da infosiria, Venerdì 31 Agosto 2012 05:28) Intervista ad Assad. L'altroieri sera, 29 agosto 2012, il canale televisivo satellitare Dunia ha incontrato il Presidente Bashar al Assad. L'incontro è stato focalizzato sugli eventi in corso in Siria. Il Presidente al Assad ha affermato che: Stiamo conducendo una battaglia molto complessa dal lato tecnico, tattico e strategico; malgrado ciò, le nostre Forze Armate hanno conseguito grandi successi in questo campo. La Siria sta conducendo una battaglia regionale e mondiale che necessita di tempo per giungere a compimento, noi andiamo avanti e la situazione è di fatto migliore. La Turchia è direttamente responsabile del sangue versato in Siria. Per quanto riguarda il popolo turco, esso si è schierato di fatto con la Siria durante la crisi. I terroristi hanno tentato di creare zone al di fuori dell'autorità dello Stato, ma non ci sono riusciti, grazie alle nostre Forze Armate. Rispondendo alla domanda: "Perché le Forze Armate e l'Esercito siriano si trovano dentro le città siriane, mentre nel Golan da 40 anni non viene sparata una pallottola?", il Presidente al Assad ha detto che: "La missione dell'Esercito e delle Forze Armate in tutte le nazioni del mondo è la difesa della Patria dall'esterno e dall'interno e che nelle circostanze attuali, il nemico è venuto dall'interno, e non dall'esterno, perciò le forze armate hanno risposto. Nel Golan, se Israele attaccasse i territori siriani, allora le nostre Forze Armate reagirebbero per difenderli. D'altro lato, dal 1991 la Siria ha avviato il processo di pace per riacquistare i suoi legittimi diritti, e nutriamo grandi speranze in questo, poiché la maggioranza delle nazioni del mondo appoggia la posizione siriana nel riprendersi il Golan. Pertanto, quando riusciamo a riacquistare i diritti in modo pacifico, non è logico ricorrere alla guerra". Rispondendo alla domanda: " La Siria ha avuto il via libera della Cina e della Russia per quanto riguarda le operazioni militari, e forse anche quello americano o occidentale?", il Presidente al Assad ha affermato che : "La Siria non ha bisogno del via libera nelle questioni di sovranità e nelle questioni locali e nazionali, né da parte degli amici né da parte dei nemici e avversari, siamo noi che possediamo il via libera". Rispondendo alla domanda: "Se lo Stato non avesse represso le manifestazioni in Siria, durante i primi cinque mesi, non si sarebbero trasformate in manifestazioni armate", il Presidente al Assad ha affermato che: "Questa interpretazione è inesatta. Dalla prima settimana della crisi, abbiamo perso numerosi uomini della Sicurezza e della Polizia, che sono stati uccisi con le armi, ma allora il tipo di armamento e il suo obiettivo erano diversi. Miravano ad infiammare il popolo mediante i colpi sparati sui manifestanti, sulla Sicurezza e sulla Polizia, per costringerli a rispondere, e ad uccidere più civili e a diffondere uno stato di ostilità contro lo Stato. Ma questo loro progetto è fallito, persino lo scorso Ramadan, allora si sono buttati su atti armati con i quali sono arrivati a zone ribelli come Bab Amro ed altre. Ciò che ha aiutato lo Stato durante gli ultimi mesi, è il fatto che la maggior parte dei Siriani ha ben chiara in mente la verità, avendo essi scoperto che non si tratta di una rivolta, ma di atti terroristici, così come è emerso chiaramente il fattore esterno, che all'inizio non era evidente. Ognuno dovrà essere giudicato per gli errori commessi o per aver voluto prolungare la crisi, per diverse ragioni, anche dopo che saranno state superate le circostanze e quando la tranquillità sarà stata ripristinata. L'Informazione siriana, malgrado sia gravemente presa di mira, è riuscita a svelare e a colpire i veri imperi mediatici, dietro cui si celano il denaro e le decisioni politiche delle grandi capitali nel mondo. Alla domanda sulla defezione di personalità come l'ex Primo Ministro, di Manaf Tlass, e di alcuni diplomatici e ufficiali, il Presidente ha affermato che: "Quanto avvenuto è un atto di fuga al di fuori del Paese, e non è un atto di defezione. Chiunque fugga, o è una persona a cui è stato offerto del denaro, e allora è un corrotto e un disonesto, o è un vigliacco che è stato minacciato dai terroristi o da altre parti, o è una persona che ambisce a un certo stipendio o ad alti ranghi nello Stato, e non essendo essa riuscita ad ottenere quanto desiderato, ha deciso di fuggire. Chi scappa è una persona debole o spregevole, perché la persona patriottica e meritevole non fugge al di fuori della Patria. L'atto di fuga è in primo luogo un'operazione di autopulizia dello Stato, e della Patria in senso generale. Se c'è un cittadino siriano che sa che c'è una persona tra queste che vuole fuggire, ebbene che lo incoraggi a farlo. Chi ha fatto sì che la Siria conservasse la sua fermezza, è il popolo in generale, con la sua larga base, e non con la sua elite. Questa larga base difende il Paese, e la componente più importante di questo popolo, che ha aiutato a mantenere la fermezza, è costituita dalle Forze Armate, dalla Sicurezza e dalla Polizia. La Siria arriverà là dove vuole il popolo siriano, qualunque siano i fattori esterni.

Camerata Alexander: Presente!

Tutta la Comunità di Destra per Milano si stringe alla cara amica Silvia per il trapasso terreno di Suo nonno: nostro sicuro punto di riferimento, aristocratico combattente, grande amico e camerata che, siamo certi, continuerà a marciare al nostro fianco ed a sostenere la nostra buona battaglia.

giovedì 30 agosto 2012

Noi stiamo con i minatori sardi!

NURAXI FIGUS (GONNESA - CI) - Solidarietà ai minatori della Carbosulcis Dopo gli allevatori e produttori di latte sardi, un’altra categoria isolana è scesa sul piede di guerra, a 373 metri di profondità, per far valere i propri diritti inascoltati e calpestati dalla Regione e dal Governo nazionale. Dallo scorso 26 agosto, infatti, circa 40 minatori della Carbosulcis si sono rinchiusi per protesta nella miniera di Nuraxi Figus nel Sulcis, Sardegna sud-occidentale, per difendere il posto di lavoro, loro unica fonte di sostentamento. La minacciata chiusura della miniera di carbone sarda, a causa del bilancio aziendale in rosso, sta diventando il simbolo di una Regione spesso sfruttata e poi dimenticata, abbandonata al suo destino, come nel caso di altre attività industriali a rischio di fine attività quali l’Alcoa, l’Eurallumina e l’Ila. Eppure di progetti innovativi per lo sfruttamento pulito del carbone e il rilancio della competitività degli impianti se ne parla da almeno venti anni: prima con la gassificazione, poi con la costruzione di una centrale integrata a bocca di miniera con cattura e stoccaggio nel sottosuolo della CO2. Ma, a forza di attendere, fra la Regione che ha ormai le casse vuote, l’Enel che investe su fotovoltaico ed eolico (finanziandosi tramite le bollette di tutti i contribuenti e ricevendo cospicui incentivi), gli oltre 500 lavoratori della Carbosulcis sono costretti dallo sconforto all’occupazione delle gallerie sotterrane, piene di esplosivo, con il rischio di qualche pericoloso gesto disperato come già accaduto stamane con un operaio che si è tagliato un polso, fortunatamente in modo lieve. Secondo il parere governativo, il progetto “Zero Emission” nel Sulcis approvato in un ordine del giorno del Consiglio regionale della Sardegna costa troppo, oltre 200 milioni l'anno per otto anni; l’Enel però riceve una cifra 60 volte superiore per l’utilizzo delle fonti rinnovabili, senza produrre un solo posto di lavoro: e quando gli incentivi, già drasticamente ridotti dal “Quinto conto energia” di cui al D.M. 5-7-12, saranno esauriti cosa accadrà? Impianti spenti e, come al solito, cattedrali nel deserto? Nei prossimi giorni un vertice nella Capitale tratterà della vertenza Carbosulcis, ma senza lungimiranza su una politica energetica e delle materie prime che miri alla diversificazione e a svincolarsi il più possibile dai tradizionali canali internazionali, non c’è da attendersi nulla di buono. 29 agosto 2012 (Roberto Bevilacqua - “Alternativa Tricolore” componente interna al MSFT)

"Berlusconi non ricandidarti"...

MA PERCHE’ NESSUNO DEI SUOI DICE A BERLUSCONI DI NON RICANDIDARSI? CI VUOLE DAVVERO COSI’ TANTO CORAGGIO? EPPURE SE CI RAGIONA … 29 agosto 2012 / In News Ma veramente Silvio Berlusconi è così smanioso di “suicidarsi” – e forse danneggiare seriamente pure le sue aziende – per ributtarsi nel tritacarne della politica in prima persona? Ma chi glielo fa fare? Davvero è tanto desideroso, a 76 anni, di ricandidarsi per la sesta volta alla premiership e così subire – come ha confidato a qualcuno – la ripresa dell’attivismo delle procure su di lui e soprattutto, di sicuro, il solito circo mediatico che quotidianamente lo viviseziona e lo massacra? Si può credere che voglia proprio fare alla Sinistra l’immenso regalo di ricompattarla nella caccia al Mostro berlusconiano di sempre? Io non credo proprio. Quello che è accaduto negli ultimi tre mesi dovrebbe far riflettere molto seriamente e a Berlusconi – che non è uno sprovveduto – non può sfuggire: i suoi avversari si stanno suicidando. Ieri Marco Travaglio – sul “Fatto quotidiano” – notava che da quando Berlusconi “si è fatto, almeno per un po’, da parte, tutti possono vedere cos’è davvero la sinistra italiana. E capire chi ha regalato all’Italia 20 anni di fascismo, 40 di Democrazia cristiana e 20 di berlusconismo”. In effetti è bastato che Berlusconi facesse un passo indietro, perché l’alleanza universale contro il Mostro si disintegrasse e la Sinistra esplodesse. Lunedì il “Corriere della sera” apriva così: “Una grande rissa a sinistra”. Ogni giorno “Repubblica” e “Il Fatto” si scannano attorno alla vicenda Napolitano (che ora non è più il salvatore della patria, ma un bersaglio di feroci polemiche). Bersani e Vendola si azzuffano contro Grillo e Di Pietro a colpi di “fascista” e “fallito, amico dei piduisti”. E poi ancora: “cadaveri, zombie” e altre carinerie del genere. E’ il “tutti-contro-tutti”. Un caravanserraglio tragicomico. Anche Casini, orfano dell’alibi berlusconiano, è in crisi: si barcamena infatti tra l’acritico inneggiare al governo dei tecnici (che automaticamente documenta l’inutilità dell’Udc) e l’appoggio al candidato comunista Crocetta in Sicilia, passando per le ambiguità Udc sulle “unioni gay” del Pd che ha minato la credibilità del partito di Casini agli occhi della Chiesa. Infine il “no” di Vendola – e poi Bersani – all’Udc ha messo la pietra tombale sull’alleanza elettorale. E’ un tale suicidio collettivo che probabilmente prelude a una mancata vittoria di Bersani (il quale già pregustava il trionfo, come Occhetto nel 1994). Questa situazione potrebbe portare pure a un recupero del Pdl nei sondaggi se presentasse un candidato nuovo, giovane e indiscusso come Alfano (se ce ne sono altri, ben vengano, ma per ora l’Angelino è l’unico su piazza). Perché l’elettorato moderato non è andato a sinistra, ma si è parcheggiato nell’area del “non voto” o fra gli scontenti. Tuttavia resta perlopiù pronto a reinvestire su una proposta seria. Lo spettacolo in corso a Sinistra e fra i giornali della Sinistra sta mandando in sollucchero tutti coloro che antipatizzano per loro e che già pregustano l’acutizzarsi di questa zuffa durante la campagna elettorale. Ma proviamo invece a immaginare cosa accadrebbe se Berlusconi si ricandidasse alla premiership. Non è difficile. Anzitutto il Cavaliere per primo sa che, diversamente dalle altre tornate elettorali, questa volta non ha nessuna possibilità di vittoria e l’uomo non è di quelli che ama uscire di scena con un sconfitta sepolcrale. In secondo luogo tutta la campagna elettorale degli avversari verterebbe sul solito, insopportabile e indigeribile referendum “pro o contro Berlusconi”, ricompattando miracolosamente tutti, da Oscar Giannino a Vendola, dai tedeschi, gli Usa e la Ue alla Chiesa, da Casini e Fini a Bersani e Di Pietro, passando – secondo il timore di Berlusconi – dalle procure. Cesserebbero miracolosamente tutte le risse fra “Repubblica” e “Il Fatto”, fra Bersani-Pd e Grillo-Di Pietro, calerebbe il sipario sul dibattito critico attorno a Napolitano che tornerebbe a essere, con Monti, il salvatore della patria. Dall’Europa arriverebbero inviti pressanti – a colpi di spread – a mettere una pietra sul centrodestra berlusconiano. La Chiesa assumerebbe un deciso orientamento per Monti e Casini. Una buona parte del Pdl se ne andrebbe con Casini e alla corte di una sorta di “lista Monti”. E il Pdl e Berlusconi sarebbero costretti a una campagna elettorale tutta sulla difensiva e sul passato (dalla “nipote di Mubarak” e la Minetti, alla “fuga” dal governo del 2011). Inchiodati a molte complicate spiegazioni da dare e nessuna possibilità di proporre qualcosa per il futuro del Paese. Gli italiani avrebbero la sensazione di tornare indietro e precisamente dentro un incubo, quello della guerra civile permanente e del possibile default. E per Berlusconi sarebbe il modo peggiore di congedarsi dalla politica. Il modo migliore invece è lanciare (convintamente) una nuova classe dirigente, giovane e con nuove idee, lasciando poi che siano gli storici – come dice Ferrara – a tirare il bilancio di questo ventennio passato di cui lui è stato protagonista. E nel quale ha molti più meriti di quanti sono disposti oggi a riconoscergliene i giornali. So che – in alternativa ad Alfano – si prospettano altri nomi possibili, di outsider provenienti dalla cosiddetta “società civile”. Personalmente sono alquanto scettico, perché non ci si improvvisa statisti ed è difficile che chi ha fatto sempre altri mestieri possa vantare un’immagine, dei meriti, dei titoli, una competenza e una proposta per il Paese che siano veramente competitivi. La storia non si ripete, il 1994 di Berlusconi è un caso particolare e – d’altronde – se qualcuno avesse in mente di proporre – poniamo – Montezemolo andrebbe incontro al disastro. Mille volte meglio Alfano, che oltretutto nei sondaggi è alla pari con Bersani e non va affatto male. Avrebbe l’appoggio della Chiesa, del mondo delle imprese e delle professioni (timorosi del nuovo Pci di Vendola-Bersani e delle loro tasse), toglierebbe ogni alibi a Casini e al fronte giustizialista, costringerebbe tutti a confrontarsi sulle ricette per il futuro del Paese anziché sulle reciproche demonizzazioni. Dice qualcuno che Alfano non ha il “quid”. Ma l’argomento non regge. Anzitutto perché il “quid” non ce l’ha nessuno prima di scendere in battaglia (ce l’avevano forse la Merkel e Hollande? E Prodi?). In secondo luogo i tempi sono cambiati: oggi l’Italia non cerca l’amante, ma un marito, il “buon partito” per sistemarsi. Cittadini, contribuenti, imprese e risparmiatori sono preoccupati e vogliono essere rassicurati. Non cercano l’avventura col trascinatore di folle, ma una faccia affidabile, una forza moderna e moderata con le idee chiare per portare il Paese fuori pericolo, verso una nuova prosperità. E’ solo così – fra l’altro – che Berlusconi potrebbe veramente vedere i frutti migliori del suo impegno iniziato nel 1994. Antonio Socci Da “Libero”, 29 agosto 2012

La lungimiranza del Professor Auriti.

La moneta appartiene al popolo. Altrimenti è usura, usura bancaria. Con questa tesi rivoluzionaria Giacinto Auriti, giurista, saggista e cofondatore della facoltà di giurisprudenza dell'Università di Teramo, ha profeticamente descritto nel 2002 l'attuale scenario di crisi europea e mondiale. Infatti ne "Il paese dell'Utopia-Le risposte alle cinque domande di Ezra Pound", lo studioso partendo proprio dalle considerazioni del poeta, traccia una nuova teoria economica, in cui il denaro è di proprietà di chi lo usa, il popolo, e non delle banche che ne ricevono invece un indebito guadagno ai danni della nazione stessa. Ovviamente oggi le sue tesi sono definite eretiche. Per questo vale la pena di leggerle e scoprire quanta luce è nascosta ai nostri occhi, così che esista una sola verità, quella di chi ci vuole servi. http://www.scribd.com/doc/7980735/il-paese-dellutopia-GAuriti

Bersani bugiardo ed imbroglione!

BERSANI NON MENTIRE 30ago2012
E’ in atto uno dei più grandi raggiri elettorali ai danni dei cittadini italiani che la nostra nazione ricordi. Dietro l’intenzione di migliorare l’attuale legge elettorale, il cosiddetto Porcellum, si nasconde un inganno di cui il maggiore artefice è il leader del Pd, Bersani. Mentre a sinistra si urla ai media che è necessario attivarsi affinché gli italiani la sera stessa della chiusura delle urne sappiano chi li governerà, dall’altra si gioca sul sistema elettorale, ventilando ipotesi di un premio di maggioranza al partito con più voti. Ciò significa che in barba a ogni trasparenza, per cui gli elettori prima del voto sanno già chi sarà il candidato premier della coalizione o del partito che indicheranno, i signori del palazzo si lasciano la possibilità di indicare a urne chiuse il presidente del consiglio e la maggioranza che lo sostiene. Una decisione indotta dal più che fondato timore che gli italiani stanchi di certa politica non le diano fiducia. E si cerca di difendersi come si può. Ecco perché da mesi sentiamo parlare di accordo in dirittura d’arrivo sulla nuova legge elettorale, prima a luglio, poi ad agosto, ora settembre. Il fatto è che non sanno come poter uscire con meno danni possibili dalla prossima tornata elettorale. Tanto che ancora non c’è un’intesa sul testo, come evidenziato ieri dai relatori per la riforma, che però si dicono ottimisti sulla modifica del Porcellum. Con candida tranquillità, Quagliariello ha invece accennato a quelle che potrebbero essere le novità, tra cui il sistema proporzionale a 26 circoscrizioni con sbarramento tra il 5% e l’8% in quelle maggiori. Sarebbe una follia alla quale si aggiungerebbe la vera e propria truffa sugli eletti, che per due terzi sarebbero scelti dai cittadini, e per un terzo in liste bloccate. E quale partito e’ in grado di eleggere oltre il 33 per cento di parlamentari…..? Imbroglioni! E chi ci dice quale sarà il partito che ne eleggerà di più? E ancora, quale sarà l’entità di questo fantomatico premio di maggioranza, al quale proprio Bersani punta con decisione? Una determinazione che non può non far sorgere qualche legittimo dubbio. Non sembra, infatti, peregrino immaginare che l’attuale governo dei tecnici possa proseguire con la stessa maggioranza che lo sostiene oggi in Parlamento anche allo scadere naturale del suo mandato. D’altronde, immaginare Monti temporaneamente in panchina per essere subito riportato in campo alla chiusura delle urne sostenuto da una grande coalizione può sembrare aberrante per chi, come noi, crede negli ideali della propria forza politica. Mentre può essere idea scontata per chi, tremando alla cessione di quote del proprio potere, è disponibile a mettere sul piatto altrettante parti di sovranità popolare. Dirlo a chiare lettere sarebbe controproducente e farebbe perdere voti. Nasconderlo dietro una riforma elettorale a tagliola sugli italiani è decisamente meno rischioso. (Francesco Storace)

La Destra: verso le elezioni, per la Sovranità!

GIOVENTU’ ITALIANA TORINO: VERSO LE ELEZIONI, VERSO LA SOVRANITA’ La legislatura 2008-2013 passerà alla storia come la più sporca, la più marcia e la più corrotta della nostra storia. La recessione economica è in corso, le tasse, il debito pubblico e la disoccupazione sono ai massimi storici, la gente è disperata e non sa più a quali santi votarsi (se non all’antipolitica del comico a 5 stelle Beppe Grillo), per le strade delle grandi città regna il degrado, tra i giovani (non tutti per fortuna) il disorientamento culturale la fa da padrone… e tutto questo per colpa di una classe politica e di una sistema partitocratico corrotto, senza dignità e asservito alle oligarchie finanziarie internazionali che a poco a poco stanno divorando l’Italia. Sul banco degli imputati vi sono il “tecnico” Mario Monti e il sistema di partiti che lo sta appoggiando (Pdl, Pd e Udc)… tra pochi mesi vi saranno le elezioni politiche e questa casta di politicanti le sta studiando tutte per pararsi dietro ad una legge elettorale con un super-sbarramento (5%) finalizzato ad escludere e a far desistere le forze politiche “non allineate” con l’attuale sistema vigente. Ci spiace per loro, ma nessuna legge elettorale e nessuno sbarramento potranno sottrarre questa casta di politicanti da 4 soldi alle proprie responsabilità, i partiti (Pdl, Pd e Udc) e i loro leader (Alfano, Casini, Bersani, Letta, Fini, ecc.) riceveranno alle prossime elezioni politiche la lezione che si meritano, pagheranno le conseguenze delle scelte di questi e – molto probabilmente – qualcuno di loro rimarrà disoccupato e costretto a guardare il Parlamento da fuori ed giusto che sia così. Pertanto è nostro dovere non rimanere alla finestra a guardare come purtroppo ci è toccato in questi 5 anni, ce lo chiede l’attuale presente, ce lo chiede il Nostro passato e ce lo chiede ancor di più il Nostro futuro; abbiamo tutti i numeri e tutte le carte in regola per presentarci alle prossime elezioni guardando gli italiani negli occhi (come quel vecchio manifesto del MSI con lo sguardo di Almirante che diceva : “Noi possiamo guardarvi negli occhi!”), dire loro le cose come stanno e fare in modo che dal 2013 essi si reimpossessino della politica (senza bisogno dell’antipolitica di un comico a 5 stelle), in parole povere fare si che l’Italia riacquisti la propria SOVRANITA’. Abbiamo un programma – i 10 punti per la Sovranità – che unico e inimitabile, ora sta a noi saperlo spiegare agli italiani, abbiamo circa 8 mesi a disposizione ed è una grande occasione in un periodo come questo, quindi forza e coraggio e…. BOIA CHI MOLLA! I 10 PUNTI PER LA SOVRANITA’ : http://www.youtube.com/watch?v=OydQUxAgpkk&feature=relmfu Gioventù Italiana con La Destra Federazione Provinciale di Torino

La partitocrazia vuole salvarsi con una nuova legge truffa che non assicura maggioranze e conferma la casta.

Mentre la nazione Italia soffre una gravissima crisi economica e sociale ed il governo tecnico dei banchieri spreme cittadini, famiglie ed imprese con aumenti, tasse ed accise, instaurando uno stato orweliano di polizia fiscale, la casta parassitaria dei partiti pensa solo a salvare se stessa, modificando (in peggio!) la legge elettorale! La partitocrazia di governo, ovvero la stana coalizione ABC (Alfano-Besani-Casini, PDL-PD-UDC) sta approvando una nuova legge truffa per ingannare gli elettori, salvarsi le poltrone e prolungare, anche dopo le elezioni, l'attuale maggioranza e l'attuale governo mondialista e plutocratico. La bozza prevista non assicura alcuna maggioranza politica e lascia mani libere ai partiti e, sopratutto, conferma la casta con liste bloccate e collegi uninominali, senza introdurre le preferenze. Infine, con lo sbarramento del 5% si cerca di eliminare le vere opposizioni di destra e di sinistra. (N.S.)

mercoledì 29 agosto 2012

Conferenza del Prof. Alberto Mariantoni.

La S.V. Illustrissima è invitata alla presentazione del libro di Alberto B. Mariantoni « Le storture del male assoluto » I “crimini” fascisti che hanno fatto grande l’Italia Herald Editore – Roma Giovedì 13 Settembre 2012 – ore 17:30 Presso la Libreria Ritter Via Maiocchi 28 (angolo Viale Abruzzi), Milano Mezzi pubblici: Linea 92; Linea 60 Tram (a circa 300 metri): N. 23; N. 33; N. 11 Metropolitana Rossa (MM1) – a circa 500 metri – Fermata Lima

"Meglio soli che male accompagnati"...

Questa lettera che pubblichiamo rappresenta bene lo stato d'animo di migliaia e migliaia di militanti ed elettori della destra del nord ed è un chiaro monito ai vertici de La Destra, della Fiamma ed agli ex dirigenti di Alleanza Nazionale ora nel PDL. O la destra italiana si riunisce autonomamente in un grande "fronte nezionale" o l'elettorato di destra voterà per i movimenti identitari regionali e locali.
Caro Jonghi, seguo sempre con interesse le iniziative tue e di Destra per Milano, come quelle del comune amico Piero Puschiavo e di Progetto Nazionale ma se La Destra di Storace, come temo, si trasforma in una specie di Lega Sud, magari insieme a personaggi come Miccichè, o peggio, confluisce nel futuro listone berlusconiano, in tanti voteremo per la nuova Lega Nord di Maroni, Tosi e Borghezio che, perlomeno è rimansta alla opposizione del governo golpista Monti-Napolitano. Comunicate il nostro pensiero a chi di dovere! F.to Paolo Viganò

Monti: uno strozzino al governo dell'Italia

Nei primi otto mesi dell'anno, il paese è stato in recessione col Pil a -0,8%; la disoccupazione sfiora il 10% con quella giovanile intorno alla soglia del 30%; i consumi, secondo i dati di Concommercio, sono scesi a quelli della fine degli anni '70; e il debito pubblico, a giugno, ha sfiorato la fatidica soglia dei duemila miliardi di euro (1.972,9). Dati Istat alla mano la situazione italiana è nettamente peggiorata a causa delle manovre che hanno portato la tassazione sostanziale al 70% del reddito di un onesto cittadino. In queste condizioni, un comune cittadino spurio di conoscenze economiche come un qualunque economista possono parlare di tutto tranne che di crescita, sviluppo, investimenti. In una situazione del genere si può solo tirare la cinghia, non certe pensare di investire. Eppure i membri del Governo (persone provenienti o dai vertici dell'amministrazione pubblica ultrastipendiata o dalla finanza, che quindi non conoscono assolutamente "il rischio del mercato") ostentano ottimismo (senza nessuno che li contraddica). Monti stesso - applaudito e osannato al meeting di Comunione e Liberazione - afferma: "Oggi il Paese si trova in una situazione migliore di quella in cui versava lo scorso anno". Attenzione: Monti non è nè ingenuo, nè ignorante. Monti sa benissimo che mente, e se lo può permettere grazie al servilismo dei sindacati, dei partiti politici, dei grandi giornali. Monti sa benissimo che la produzione industriale è diminuita oltre le stime, che la disoccupazione è aumentata, come del resto il debito pubblico. Monti sà benissimo che con una tassazione al 70% non è possibile parlare di sviluppo e crescita. Del resto, non è necessario essere professore, basta avere fatto qualche volta i conti nel portafogli: se aumentano i prezzi, consumo di meno. Idem per le tasse. Una delle poche voci libere che hanno denunciato il disegno criminale di Monti è stata quella del costituzionalista e deputato del PdL Maurizio Bianconi, che senza peli sulla lingua ha affermato: “Il premier Monti? Il più classico degli strozzini. L’idea di aggredire il debito mediante la vendita del patrimonio dello Stato, in questa circostanza, non rappresenta altro che il completamento dell’opera sua e dei suoi noti mandanti mirata a rovinare l’Italia”, ha scritto Bianconi in un suo fondo. Monti ha prima distrutto la produzione industriale, ridotto il reddito dei cittadini e contratto i consumi, ha fatto svalutare il valore immobiliare dei beni pubblici e privati, e poi ha svilito il valore delle aziende nazionali al solo scopo di procurare i soldi per pagare gli interessi a chi lo ha mandato a rovinare l’Italia”. “Ora con il valore del patrimonio statale ridotto all’osso, Monti propone di mettere in vendita beni che neanche un anno fa valevano assai di più, con l’obiettivo evidente di svendere l’Italia ai suoi mandanti. Insomma la stessa manovra che si verifica nelle aziende private quando la ditta indebitata viene affidata all’avvocato degli strozzini”. E' impossibile valutare l'operato di Monti se si prescinde dalla natura antinazionale, mondialista e plutocratica del suo governo. Ma a spaventare di più è la freddezza di questo signore, che non ha avuto neanche in questi giorni il pensiero di commentare la tragica morte di Angelo di Carlo, il disoccupato di 54 anni che si è dato fuoco davanti a Montecitorio e che è deceduto. Per Monti questa è solo "statistica", del resto dove è cresciuto lui i cittadini non sono persone umane ma contribuenti o clienti da spennare. Ci auguriamo tempi migliori, ricordando che Dante Alighieri faceva bruciare nelle fiamme dell'inferno i traditori della propria patria, non disoccupati disperati. Il riferimento a fatti e persone esistenti non è casuale. (Articolo di VALERIO ZINETTI)

martedì 28 agosto 2012

Intervento politico di Piero Puschiavo (La Destra-Progetto Nazionale).

MA C’È VERAMENTE DI PEGGIO?‏ martedì, agosto 28, 2012 Crisi, Economia, Piero Puschiavo No commenti Da qualche tempo, più di qualche pennivendolo impegnato a "dissertare" di crisi economico- finanziaria si preoccupa in maniera maniacale di allarmarci di quello che essa, a suo dire, può generare. Il riferimento storico è ovvio: prima il Fascismo in Italia e poi il Nazionalsocialismo in Germania, fenomeni “sorti” in ambiti di acuta crisi socio-economica, facenti leva sul malcontento popolare e sull’instabilità ed inefficacia governativa dell’epoca. Questa più o meno la lettura che generalmente emerge dalle analisi dei professionisti di penna e tastiera di cui sopra. L’analisi di lor signori pare non tenere minimamente in giusto conto che nel tempo in cui viviamo, la “mobilitazione popolare” assume quasi esclusivamente carattere comico/circense; gli estensori del politicamente corretto rapportano l’attuale quadro politico-sociale-istituzionale a quello del Governo Giolitti o alla Repubblica di Weimar. Equazione un tantino forzate ma che dovrebbe servire, facendo leva su ignoranza e sensazionalismo, a far metabolizzare all’opinione pubblica che, oltre i piani di austerità emanati dall’attuale nomenclatura bancaria attraverso cui sono stati commissariati vari governi europei, in primis l’Italia, c’è anche tanto tanto di peggio: i fantasmi del “nazifascismo”! Nessuna considerazione sul fatto che nel '22 la gran parte degli italiani fosse reduce della Grande Guerra e non prodotti in serie della propaganda televisiva occidentale; uomini, donne e giovani forgiati da temperie di tutt’altro segno e altezza, con carattere e spirito di sacrificio che contraddistinguono tempre ormai quasi irrintracciabili nel tipo d’uomo dei nostri giorni. Altra trascuratezza riguarda i mezzi di informazione, che all’epoca erano limitati nei mezzi e nella diffusione (considerando quelli attuali verrebbe da pensare che fosse un bene), mentre oggi subiamo un nefasto bombardamento mediatico che a tutto mira tranne che ad informarci. Si finge poi di non vedere come il coraggio, la volontà e la forza fossero virtù diffuse e riconosciute di contro alla pavidità e l’obesità d’oggi. E così per l’educazione e il senso di comunità, che erano ben altro rispetto all’attualità piccina, individualista ed invidiosa. Gli stessi uomini politici del tempo, se confrontati all’ABC Alfano-Bersani-Casini, mostrano profili superiori a quelli dei succitati ed anche a quello dei bocconiani che svolgono “sobriamente” i compitini loro assegnati dalla cupola di banche e finanza. Ma queste tutto sommato semplici considerazioni non si possono fare; a distanza di oltre 80 anni vanno riesumati invece alla bisogna gli spauracchi “nazifascisti”, portatori di “odio e distruzione”, d’altronde ci arriva anche un demente: se Fascismo e Nazionalsocialismo sono tutt’oggi il “male assoluto”, nulla può esserci di peggiore, possiamo e dobbiamo quindi ben disporci ad ingoiare ogni altro male necessario! Questa la “sottile” pedagogia per la massa acefala. La storia però, al di là dei mistificatori di professione, inconfutabilmente scrive che l’Italia è stata costruita nel ventennio “dittatoriale”, e solo poi distrutta fisicamente dalle bombe spacciate per alleate (che alleato è se ti distrugge....) e moralmente da un’intera classe politica dedita al servilismo, all'accaparramento, alla truffa, alla corruzione... Di che cosa dovremmo aver quindi più “paura”? Dovremmo preoccuparci dell’eventuale profilarsi all’orizzonte d’un novello Mussolini o magari del diabolico ritorno di Hitler, oppure la priorità in questo momento storico è che il governo del grigiocrate Monti - come gli altri governi fantoccio dell’Europa - venga rispedito a casa insieme a quella maggioranza di parlamentari che per pavidità ed opportunismo lo sostiene in Parlamento? Ci vorrebbero convincere che tutto sommato poteva andarci peggio, che il funzionario di banca Monti e la sua banda ci stanno risparmiando chissà quali oppressioni, sciagure e tragedie (come se la tirannia mondialista ci stesse facendo mancare qualcosa in tal senso…), probabilmente addirittura una Terza Guerra Mondiale! In guerra, purtroppo, ci siamo da tempo, colpiti dalle nuove armi di distruzione di massa: lo Spread, la Spending Review, il Fiscal Compact ed il micidiale Meccanismo Europeo di Stabilità. Insomma qualcuno vuole farci morire in ginocchio, in silenzio, di debiti! Piero Puschiavo La Destra

NO al governo plutocratico di Mario Monti !

Basta con la "mignottocrazia"

"Anche a noi piace la figa ma la politica è un'altra cosa" così Roberto Jonghi Lavarini, presidente del comitato Destra per Milano ed allora esponente del Popolo della Libertà, commentò efficacemente la candidatura di Nicole Minetti nel listino bloccato alle scorse elezioni regionali lombarde. Poi ci fù il caso Ruby, le intercettazioni telefoniche e la dettagliata descrizione dei festini di Arcore. Da allora, nulla sembra essere cambiato: lo scorso 15 luglio, infatti, Silvio ha festeggiato, insieme a tutto il suo harem, la sua nuova preferita, la 27enne Francesca Pascale, già consigliere provinciale del PDL napoletano. Le "olgettine" escluse dall'evento che protestavano davanti ai cancelli di Villa San Martino, sono state allontanate, secondo la ricostruzione di Libero quotidiano, non a suon di mazzate ma a suon di mazzette, ovvero di buste con migliaia di euro. Sempre questa estate la cosidetta "Ape Regina" ha raccontato di aspettare un figlio dal Cavaliere che lei ama ed ha tenuto a raccontare pubblicamente che "adora leccare perchè profuma come un bambino". Ultima notizia, forse la peggiore, sicuramente quella politicamente più penosa e tragica, è che a consigliare Silvio sia sul nuovo nome e simbolo del PDL che sulla legge elettorale e la selezione dei futuri candidati, per tutta l'estate, sia stata la deputata napoletana Maria Rosaria Rossi, praticamente una "Minetti partenopea". Tutto questo mentre l'Italia sprofonda nella crisi ed il PDL di Alfano continua a sostenere, insieme a PDL ed UDC, questo governo tecnico, tutto aumenti, tasse e massacro sociale. Non siamo certamente degli ipocriti moralisti ma, evidentemente, Berlusconi ha superato ogni limite ed è sicuramente meglio, innanzitutto per l'Italia ma anche per il centro-destra e persino per lui stesso, che non si ricandidi alle prossime elezioni politiche. Qualcuno, fra i servi, parassiti e pecoroni che lo circondano, avrà il coraggio di dirglielo? F.to Federico Bussi.

lunedì 27 agosto 2012

Ministro Passera senza vergogna: dimettiti!

Alleanza Europea dei Movimenti Nazionali.

Documento politico ufficiale della Alleanza Europea dei Movimenti Nazionali (AEMN.

Festa Tricolore di Progetto Nazionale.

Milano: la X MAS sfila a Porta Venezia.

Immagine storica: Marò Volontari della Decima Flottiglia Mas del Comandante Principe Junio Valerio Borghese marciano fieri in Porta Venezia-Corso Buonos Aires a Mil

"Fratelli Cristiani"

Nascel'associazione indipendente di cooperazione internazionale "FratelliCristiani". A promuoverla una trentina di buoni patrioti di diversa nazionalità: fedeli cattolici (italiani,francesi e austriaci), ortodossi (russi, serbi e greci), copti (egiziani edetiopi), maroniti libanesi, siriani ed iracheni delle chiese orientali (antichipatriarcati di Antiochia dei Siri e di Babilonia dei Caldei). L'associazione si propone l'unita deicristiani nel mondo e la loro difesa attiva, soprattutto di quelli emarginati eperseguitati per la loro fede religiosa in Medio 0riente, Africa ed Asia. Adifferenza di altre benemerite associazioni laiche e religiose che sostengono imedesimi scopi con la preghiera, l'informazione ed iniziative di solidarietá, i"Fratelli Cristiani" raccolgono fondi per acquistare ed inviare allecomunità che lo necessitano: sistemi di sicurezza (allarmi, video sorveglianza, anti-intrusione, ecc...); equipaggiamento (abbigliamento paramilitare, divise, giubbotti anti-proiettili, visori notturni, maschere anti-gas, ecc...) ed armamento difensivo (armi bianche e leggere). Ovviamente, tali forniture saranno accompagnate da istruttori-consiglieri volontari (ex ufficiali delle forze armate e dei corpi speciali di diverse nazioni ) che forniranno anche l'adeguata formazione tecnica ed il necessario addestramento militare. I "Fratelli Cristiani"rispettano tutte le confessioni religiose: molto semplicemente, pretendono ilmedesimo rispetto da parte degli altri, privati o governi. Referente politicointernazionale del movimento è il Gen. Michel Aoun, già Presidente del Libano, capo carismatico dei cristiano maroniti libanesi, in ottimi rapporti sia con imussulmani sciiti di Hezbollah che con i laici nazional-socialisti arabi delpartito Baath. Il movimento si oppone alla preoccupante espanzione dell'estremismo islamico sunnita (arabo wahabita e dei "Fratelli Mussulmani") ed al crescente terrorismo omicida di Al Qaeda, fenomeni macroscopicamente favoriti dalla finta "primavera araba", dal sionismo internazionale, dagli interessi economici e petroliferi e dall'imperialismo americano. Fra i promotori italiani anche il "barone nero" Roberto Jonghi Lavarini von Urnavas che ha dichiarato: "La nostra è una missione umanitaria in difesa dei nostri fratelli cristiani, abbandonati dalla comunità internazionale (Europa ed ONU). In estrema sintesi, possiamo affermare che, in difesa delle comunità cristiane ma anche degli interessi europei nel mondo e della pace internazionale, sosteniamo attivamente l'asse Russia-Siria-Iran contro l'alleanza USA-Israele-Arabia Saudita e preferiamo il dittatore (laico sciita-alawita) Bashar Al Assad al caos, all'anarchia ed all'estremismo islamico. Prime iniziative saranno prese a favore dei cristiani siriani e di quelli selvaggiamente attaccati in Nigeria e Pakistan." F.to Avv. Vincenzo Forte (Agenzia ITALIAinFORMA)

Il Progetto Itaca di Marcello Veneziani e Renato Besana: un Laboratorio Politico per la Rinascita Italiana.

Rispondendo all’accorato (e disinteressato) appello di Marcello Veneziani e Renato Besana, ho subito aderito, con ritrovato entusiasmo, al progetto Itaca (Laboratorio Politico per la Rinascita Italiana), nella speranza che questa sia, veramente, la volta buona per la ricomposizione, la riorganizzazione ed il rilancio, culturale prima che politico, della destra italiana. Aggiungo che questo è sempre stato il principale obbiettivo mio e degli amici con i quali, nell’oramai lontano 1999, fondai il Comitato Destra per Milano. Il progetto Itaca dovrebbe svilupparsi su due binari paralleli, quello culturale e quello prettamente politico. Il primo dovrebbe essere quello di riunire e coordinare in una sola fondazione tutti i diversi operatori culturali d’area (associazioni e circoli, case editrici e librerie, giornali e siti internet, gruppi musicali e teatrali, giornalisti e scrittori, artisti e filosofi, intellettuali e docenti), partendo dal nocciolo duro di quelli già riunitisi nel Manifesto per una Nuova Oggettività (Partecipazione - Popolo - Destino), per fare massa critica, formazione ed informazione. Il secondo dovrebbe essere quello della convocazione di un congresso costituente di un nuovo soggetto politico unitario, un grande Fronte Nazionale, sociale e popolare, che raccolga le migliori energie patriottiche, aprendosi ai comitati tematici e di quartiere, alle liste civiche ed ai movimenti identitari locali, alle associazioni professionali e di categoria, ai giovani ed al mondo del volontariato e dello sport. Per il secondo progetto non vi è il tempo materiale visto che, le prossime elezioni politiche sono previste entro giugno 2013, se non ci saranno, anticipate, il prossimo novembre. Quindi che fare? Sarà necessario dare, comunque, delle indicazioni elettorali chiare e precise, mettere dei paletti, segnare le Colonne d’Ercole, indicare per quali liste e candidati votare. Di fatto tutto questo è già stato detto e scritto dai promotori del Laboratorio e si può facilmente ritrovarlo sul sito internet ufficiale http://www.progetto-itaca.it/. In sintesi, possiamo serenamente affermare che il governo plutocratico e mondialista di Mario Monti ed i poteri forti che rappresenta sono la vera antipolitica, in assoluta antitesi alla nostra weltanschauung, ovvero alla nostra visione spirituale del mondo e al nostro conseguente stile di vita, oltre che alla nostra storia, tradizione ed identità. Fatta questa doverosa distinzione, bisognerà indicare per quali diverse liste e candidati votare, mantenendo, in questa scelta trasversale, rigorosi criteri di autonomia, trasparenza, rinnovamento, responsabilità, coerenza e meritocrazia. Roberto Jonghi Lavarini – robertojonghi@gmail.com

Lettera Aperta a Francesco Storace (Destra) e Luca Romagnoli (Fiamma).

Lettera Aperta a Francesco Storace e Luca Romagnoli (AGGIORNAMENTO): Dopo la candidatura di Nello Musumeci alla Presidenza della Regione Sicilia, con una alleanza fra La Destra di Francesco Storace ed il movimento Grande Sud di Gianfranco Miccichè, con il sostegno del Popolo della Libertà, per la destra si aprono nuove ed importanti prospettive politiche per creare quel "fronte nazionale", popolare, sociale ed identitario, assolutamente necessario alla nostra Italia ed alla nostra Europa. La Destra e la Fiamma Tricolore di Luca Romagnoli devono subito federarsi e promuovere una grande "lista civica nazionale" aperta, non soltanto a tutta l'area (nessuno escluso), ma a tutte le forze sane della nazione, ai movimenti identitari locali, alle liste civiche e tematiche, ai numerosi movimenti politici minori "fuori dal coro", alle associazioni di categoria, al mondo dello sport e del volontariato. Il tempo strimge, le elezioni politiche si avvicinano, con una nuova ed infame legge elettorale, senza preferenze ma con uno sbarramento elettorale del 5% fatto apposta dalla casta partitocratica per cercare di salvarsi e di fermare le forze antisistema. Storace e Romagnoli (ma anche Buontempo, Tilgher, Puschiavo, Castellino e Carelli): detevi una mossa! F.to Roberto Jonghi Lavarini – DESTRA PER MILANO - robertojonghi@gmail.com
LETTERA APERTA a FRANCESCO STORACE e LUCA ROMAGNOLI. Scrivo questo appello dopo aver visto, sul sito ufficiale di Francesco Storace, che La Destra presenterà i propri candidati alle prossime elezioni politiche, a fine agosto e, da settembre, incomincerà a raccogliere le firme necessarie alla presentazione delle liste. Infatti, fra pochi mesi ci saranno le elezioni politiche: anticipate il prossimo novembre o, a naturale scadenza, entro giugno 2013. La partitocrazia serva della plutocrazia bancaria internazionale, ovvero la maggioranza Alfano-Bersani-Casini che sostiene il governo tecnocratico e mondialista di Mario Monti, per salvare se stessa, sta varando una nuova “legge truffa” che sicuramente prevederà uno sbarramento elettorale del 5% nazionale per tutte le liste, coalizzate o non. E’ evidente che il sistema vuole difendere se stesso, impedendo la presenza, nel prossimo parlamento, di tutte le forze di reale opposizione ed autentico rinnovamento, affidando questo ruolo al comico Beppe Grillo ed al suo eterogeneo movimento di contestatori, confusi ed incapaci, quindi “non pericolosi”. Per superare la soglia del 5% bisogna necessariamente “fare fronte” comune, ripartire dal buon risultato ottenuto da La Destra-Fiamma Tricolore, creando, noi e non altri, una alternativa credibile, una grande Lista Civica Nazionale aperta, non solo a tutte le realtà della destra italiana (nessuna esclusa) ed ai tanti dirigenti delusi di PDL e Lega, ma alla partecipazione delle migliori energie della nostra patria (associazioni professionali e di categoria, mondo dello sport e del volontariato), alle liste civiche ed ai movimenti identitari locali, ai comitati di protesta e di quartiere ed a tutte le realtà non conformi come, ad esempio: il Movimento Zero di Massimo Fini, il movimento Io Amo l’Italia di Magdi Allam, il Partito della Rivoluzione di Vittorio Sgarbi, “Alternativa ai partiti” del Principe Ruspoli, il Movimento dei Forconi, il gruppo Patria e Libertà del Conte Crociani Baglioni, il Partito Pirata, la Lega Italia, il movimento No Euro e, perchè no, anche il nascente gruppo dell'economista Oscar Giannino. Solo così, uniti in un solo blocco nazionale, con una grande partecipazione popolare, una forte mobilitazione politica e candidati veramente conosciuti, radicati nella società e sul territorio, possiamo riportare la destra italiana ad avere una sua degna rappresentanza politica che difenda veramente la nostra sovranità e la nostra libertà. Solo dopo le elezioni, parallelamente al consolidarsi del progetto Itaca (Laboratorio Politico per la Rinascita Italiana, promosso da Marcello Veneziani e Renato Besana), si potrà riunire tutte queste forze in un nuovo soggetto politico unitario, attraverso la convocazione di un congresso costituente, aperto e partecipato, per costruire, finalmente anche in Italia, un grande Fronte Nazionale, popolare e sociale come quello francese di Marine Le Pen. Questo è, da sempre, il nobile obbiettivo mio e degli amici e camerati con i quali, nel lontano 1999, fondai il Comitato Destra per Milano. Questo è veramente l'ultimo treno: presentarsi ancora divisi anche a questo importante appuntamento elettorale, in 2-3 mediocri listarelle, sarebbe una vera follia, che verrebbe sicuramente punita dai nostri potenziali elettori e che screditerebbe definitivamente i responsabili di questo suicidio politico. F.to Roberto Jonghi Lavarini – DESTRA PER MILANO - robertojonghi@gmail.com

Riflessioni di Adriano Tilgher.

CAPISCO I MESSICANI Esiste un luogo comune che rappresenta il popolo messicano come indolente, sempre pronto alla “siesta”, dedito al riposo, lesto solo nel rinviare a “man︢ana”︢︢ ciò che dovrebbe essere fatto oggi e via di questo passo. Il clima di questi mesi, eccezionale per la storia del clima italiano, mi ha ridotto nelle stesse condizioni e riesco a capire chi deve vivere con questo caldo e questa umidità per molti più mesi di noi e tutti gli anni. Le lunghe ore di “siesta” però mi hanno consentito di approfondire alcune riflessioni che mi ronzavano da tempo nel cervello e che si sono palesate in tutta la loro eloquente gravità. Viviamo ore drammatiche per la nostra nazione, presa di mira, per le sue ricchezze sia culturali che ambientali ma anche economiche, dai grandi usurai del pianeta che hanno deciso di impossessarsene privatamente. Con la complicità di alcuni “prezzolati di alto bordo” ed alcuni loro dipendenti di vertice, tutti venduti al liberismo, ultimo mostro ereditato dal secolo passato, ed alle inqualificabili leggi di mercato, ci hanno imposto alcuni commissari liquidatori della nostra amata Italia che hanno una doppia funzione: terrorizzarci con l’assurda teoria della crisi e del fallimento per inadempienza ( che nell’esotico linguaggio moderno viene detto “default”) e portarci alla disperazione così da consentire, a bassi costi e congrue mazzette, la svendita del nostro patrimonio. Il gioco è studiato bene perché ha molti complici: gli uomini dei partiti che sorreggono questo governo (mi rifiuto di chiamarli politici perché tutto sono meno che politici) che, o perché ricattati, o perché venduti, o perché assolutamente incapaci, non vedono o fingono di non accorgersi di quale trappola infernale ci hanno preparato; i giornalisti delle principali testate che, o per paura di essere licenziati, o per squallida connivenza , spingono ad entrare nella trappola; i magistrati che, di fronte a tali rischi per la nazione, non attuano nessuno strumento per neutralizzare giuridicamente questo attacco alla libertà ed alla sovranità del nostro popolo. Il nostro popolo dà segni di insofferenza ma è facile all’assuefazione. Ormai non ci fanno più impressione i suicidi per disperazione e fame, i giornali non li citano più. Hanno parlato solo di quel disoccupato che si è dato fuoco davanti al Parlamento perché il gesto è stato eclatante, il resto non fa notizia. Così, mentre l’inattività del governo e dei politici aggrava questa crisi costruita ad arte ed indotta, ci apprestiamo ad affrontare un nuovo ignobile teatrino: legge elettorale per eliminare le opposizioni, le società di “rating” (altra parolaccia priva di significato e di valore reale) che il giorno prima declassano l’Italia il giorno dopo promuovono Monti a “salvatore della patria”, i giornali ci inculcano che senza i tecnici siamo finiti. Nessuno che dica una parola concreta sul come uscire da questa situazione, solo noi de La Destra lo andiamo dicendo da mesi con i nostri pochi mezzi e chi ci ascolta ci abbraccia e si schiera. Mi tornano alla mente i Messicani, saranno il popolo della “siesta”, rinvieranno tutto a “man︢ana”︢︢, ma hanno anche avuto uomini come Pancho Villa che hanno contribuito a modificare una situazione insostenibile. Noi non abbiamo queste tradizioni, i grandi riformatori Italiani sono stati dei predicatori come Giordano Bruno e Girolamo Savonarola e li abbiamo messi al rogo, per non parlare di quelli del secolo passato, però abbiamo l’intelligenza di capire le cose da fare e come farle. Non ci servono “guerrilleros”, non ci servono armi, ci serve intelligenza e coraggio e gli Italiani, quando vogliono, ne hanno da vendere. Adriano Tilgher

domenica 26 agosto 2012

Governo Monti: incapace e bugiardo!

GOVERNO BLUFF 25ago2012 Il governo dei tecnici, ce ne fosse stato bisogno, si conferma un fallimento su tutta la linea. Ieri il Consiglio dei ministri che avrebbe dovuto fornire risposte a un paese in agonia si è concluso con un nulla di fatto. Ci avevano detto che alla ripresa dalla pausa estiva, dopo i roboanti annunci di Monti e ministri al seguito a Rimini, sarebbe iniziata la cosiddetta fase due, quella del rilancio dopo le misure di rigore fin qui messe in atto. Invece continuano a prenderci in giro, dimostrando incapacità e inadeguatezza, e si permettono anche il lusso dei contrasti interni, col ministro indagato Passera contro il suo collega Grilli. E’ un’indecenza, uno schiaffo alla pazienza degli italiani. Monti dice da tempo che l’Italia deve dimostrare di sapere fare i compiti a casa, spinge per l’approvazione del fiscal compact, e poi i tecnici non sono capaci di portare misure concrete per lo sviluppo del paese. Il consiglio dei ministri durato oltre otto ore lascia tutto come prima. Ovvero nell’incertezza più totale. Tutto perché questo governo rappresenta il più grande bluff che l’Italia abbia conosciuto. Capaci solo di aumentare tasse e imposte questi scenziati stanno mandando la nazione alla deriva. Chiudono aziende, aumenta la disoccupazione, le famiglie italiane faticano a tirare la carretta, e loro si permettono di mandare praticamente a vuoto quello che avrebbe dovuto rappresentare il punto di svolta, il giro di boa verso l’uscita dalla crisi. Tanto che, dicevano pochi giorni fa tutti in coro, intravedono la fine di questo periodo. Ce lo auguriamo tutti, sia che passi la crisi, sia che se ne vadano presto loro. Non ci stiamo più a questa presa per i fondelli, a una irresponsabilità verso il Paese che amiamo, costretto a subire un esecutivo che nessuno ha eletto e che ha fatto giuramento sì, ma più alle banche che alla nazione. Il centrodestra che si trova in Parlamento raddrizzi la schiena e mandi a casa questi incapaci mascherati da professori. L’Italia ha bisogno di interventi mirati, non di parole al vento nel periodo di ferragosto. Il solleone sta per cedere il posto all’aria fresca, quella di cui il nostro paese ha bisogno in Parlamento. Vento di Destra che spazzi via una politica stantia e lontana dal popolo, e faccia riprendere il largo alla nostra nazione. (Francesco Storace)

Destra News diventa Area Online

Destra News.it da oggi cambia nome e link e si chiama AREA online.info Il portale sula destra italiana cambia il nome ma non la sostanza. Un nome nuovo e un nuovo link (www.areaonline.info) con il solito vecchio modo di occuparsi dell'Area, con notizie note e meno note sulla destra italiana, politica e non. Il nuovo contatto e-mail è: areaonline.info@libero.it

Puschiavo contro Monti

Questione settentrionale e monetaria, Piero Puschiavo: Mario Monti sa, ma… Piero Puschiavo, La Destra - Di recente l’opinionista americano William Pfaff, ha postato nel proprio sito un articolo intitolato “MakingEurope Work” dove afferma in un passaggio che il nostro Presidente del Consiglio Mario Monti, in uno dei recenti e ricorrenti vertici europei, pare abbia chiesto ai tedeschi “se vogliono competere con i prodotti del Nord Italia, prezzati, per esempio, in una nuova lira che valesse il 30-40% in meno dei prezzi delle esportazioni italiane attualmente prezzati in euro”. Dunque il premier Monti sembra conoscere che: - il tessuto socio-economico italiano procede ad almeno due velocità profondamente differenti. Di qui la necessità, dopo tante chiacchiere, di impostare seriamente una struttura statuale di ordine quantomeno federalista (ricordo che nel giugno scorso Tony Barber del Financial Times ha affermato che “per alcuni, negli Stati membri fondatori della UE, l’ideale di unità non è l’impero romano, che includeva Londra e Costantinopoli, ma l’impero medievale di Carlo Magno,che consisteva essenzialmente in Francia, Paesi del Benelux, Germania e Nord Italia”…); - la questione monetaria rappresenta una delle leve principali grazie a cui uscire dalla pesantissima crisi economica (a patto sia complementare all’eliminazione del parassitismo pubblico che grava sul nostro sistema produttivo…). Insomma Mario Monti sembra sapere qual è la cura ai nostri problemi, ma non tenta minimante di adottarla… Assieme a tutti gli altri “ritardatari” lo aspettiamo al varco delle prossime imminenti elezioni politiche… fonte: http://www.vicenzapiu.com/leggi/questione-settentrionale-e-monetaria-piero-puschiavo-mario-monti-sa-ma

venerdì 24 agosto 2012

Benzina a 2€ al litro: governo ladro!

Benzina a 2 € al litro: un furto ed una vergogna! Governo ladro! Ci volevano i geni tecnici per aumentare ancora tasse ed accise!

Le grandi bugie del governo Monti-Napolitano.

MONTI CI PRENDE PER SCEMI 20ago2012 Ormai è chiaro che il premier Monti ci prende per scemi. Le sue dichiarazioni al meeting di Comunione e liberazione a Rimini danno la sensazione di ascoltare un abile paroliere. Fino a pochi giorni fa, lo ricordiamo angustiato per il futuro dell’Italia, alla quale chiedeva sacrifici nel segno della responsabilità sia istituzionale che civile; si irritava se qualcuno attaccava il governo dei tecnici, vedi Confindustria, affermando che la corsa dello spread dipendeva proprio da queste critiche; prima ancora attribuiva la crisi al governo Berlusconi, salvo poi rifugiarsi nel salvifico fraintendimento della stampa. Oggi, invece, se ne esce con uno slancio di ottimismo: l’uscita dalla crisi è più vicina. Peccato che solo a Ferragosto, quando si era ventilato un ipotetico calo dell’Irpef, era subito corso ai ripari, il giorno 16 (per non guastare la cocomerata agli italiani…) chiarendo che non sono allo studio riduzioni della pressione fiscale che, parole sue, ad oggi non sono possibili vista la crisi duratura del Paese. Caro presidente del Consiglio, ma ci stai prendendo in giro? E’ possibile tornare seri e sapere quale è il vero stato di salute dell’Italia, dei suoi conti, e cosa devono aspettarsi i nosti concittadini? E cosa dire poi di quella maggioranza la cui responsabilità è così apprezzata dal premier, se non che attendiamo un sussulto da queste anime morte del Parlamento. Monti dice che le colpe di questa situazione del Paese è di anni di governi sbagliati, senza specificare. Ecco, gli ricordo che si relaziona, purtroppo per l’Italia, con leader che siedono a palazzo da oltre trent’anni. E perchè non glielo ricorda quando interloquisce con loro per decidere, ahi noi, le sorti della nazione, o meglio quelle delle loro poltrone? Il presidente del Consiglio la smetta di giocare con la vita delle persone, che qui non solo una generazione è stata bruciata, ce ne sono tante altre che faranno la stessa fine se si continua così. Quindi, invece di prenderci in giro con i giochi di parole, si faccia da parte e lasci scegliere agli italiani cosa fare del loro futuro, che nessuno di noi l’ha chiamato. Nessuno di noi lo vuole. E si porti dietro anche qualche fedelissimo ‘responsabile’. LE BUGIE DI MONTI 23ago2012 Alcuni giorni fa il premier Monti ci spiegava, sembrava anche con soddisfazione, che l’uscita dalla crisi per l’Italia è più vicina; il ministro indagato per frode fiscale, Corrado Passera, gli faceva eco dicendo che vede la fine del tunnel. Come in un bel film a lieto fine, tutto si risolve all’insegna del vissero felici e contenti. La realtà, purtroppo, è tutt’altra. Basta leggere i dati reali che fotografano il nostro paese, e che fanno il paio con quello che giornalmente ascoltiamo dai cittadini, dal settentrione al meridione. In concomitanza con l’arrivo dei tecnici non solo non si è fermata la speculazione dei mercati sulla nazione, ma l’Italia non cresce più. Considerazione ovvia se si pensa a tassare il popolo senza prevedere misure per lo sviluppo. E allora ci troviamo davanti a un tasso si disoccupazione maschile che in un anno è arrivato a sfiorare il 10%, quello femminile il 12. La catastrofe dei giovani, con percentuali di senza lavoro fino al 35%. Il Pil nazionale, se prima cresceva lentamente, ora ha il segno meno davanti. La produzione industriale è al palo. Sugli esodati si gioca col pallottoliere come fossero figurine. Peró Monti & Co. vedono l’uscita dalla crisi più vicina. Ci prendono in giro, e lo fanno sfacciatamente. Dobbiamo mandarli a casa, prima che facciano cadere la nazione in un baratro da cui non potrà riemergere. Prima che la consegnino del tutto alle banche e all’Europa della moneta. Perché quella dei popoli già non c’è più.

Sicilia: centro-destra unito per Nello Musumeci presidente!

In Sicilia, il centro-destra si ritrova unito a supporto della candidatura alla presidenza della regione di Nello Musumeci, galantuomo missino vecchio stampo, dirigente de La Destra di Francesco Storace: ottima notizia ma questa operazione politica non deve portare (come ripetuto più volte sul Corriere della Sera) alla formazione di una "lega sud" ma ad una più ampia alleanza fra la destra nazional-popolare ed i movimenti indentitari locali e regionali.
LA DESTRA CHE AMIAMO 22ago2012 Più passano i giorni, più ci rendiamo conto di quanto la nostra splendida comunità e i valori che detiene e rappresenta abbia un peso specifico differente rispetto alle altre forze politiche del Paese. Nel momento in cui in Parlamento ci si arrovella sulla legge elettorale per far fuori i partiti ‘minori’ perché i maggiori consapevoli del proprio fallimento temono di uscire annichiliti dalle prossime elezioni, La Destra si impone come punto di riferimento cui sempre più cittadini delusi da certa politica guardano. Abbiamo sofferto in questi anni, è vero, ma il lavoro sul territorio, la costanza e la determinazione di uomini e donne del nostro movimento ora viene ripagato. Ce ne siamo accorti già a marzo, quando a Roma in ventimila abbiamo sfilato contro il governo delle tasse, e poi ancora a Napoli nel giugno scorso quando, dalla mostra d’oltremare da cui è tratto il video di oggi, abbiamo illustrato i punti fondamentali del programma de La Destra, tra tutti: il tema della sovranità. Da quella popolare a quella politica ed economica. Non vogliamo abdicare sulle scelte del popolo che deve essere sovrano e oggi invece è suddito di un governo di tecnici che impone solo tasse ed è incapace di essere lungimirante, bloccando ogni speranza di crescita per l’Italia e piegandosi all’Europa delle banche e della moneta. Il nostro movimento non rinnega le sue origini come invece ha fatto qualcuno che ha buttato al vento una storia decennale fatta di sacrifici e battaglie solo per potere andare in giro con la scorta e accaparrarsi benefici e privilegi. Rimaniamo fedeli ai nostri ideali, e ogni giorno ci impegniamo per una destra veramente sociale. Una destra che non merita di essere frastagliata, divisa e litigiosa; che non deve rassegnarsi a lasciare l’Italia a Bersani, Casini o ai comici di turno. La politica è una cosa seria, e noi la facciamo con impegno e passione. Quella che vedo nei giovani che ci seguono, per i quali dobbiamo lavorare ogni giorno, perché non ci sto a pensare, come invece dice Monti, che una genarazione di italiani ormai è stata bruciata. A quei cittadini incolpevoli la politica deve dare risposte concrete e, anzi, maggiori. Per questo, per il futuro dell’Italia, ci impegniamo ogni giorno. Convinti di andare nella direzione giusta. Quella che gli italiani ci chiedono. La voglia di lottare c’è, e il nostro esercito cresce ogni giorno di più.
SI PARTE CON NELLO 21ago2012 Spero proprio che uno dei campioni de La Destra possa essere in campo nella partita siciliana, nel nome di un progetto territoriale di riscatto della sua regione, libera dalle alchimie di partito. Ieri e’ accaduto un fatto importante, che trovate sui quotidiani di stamane: il leader di Grande Sud, Gianfranco Miccicche’, con il suo carico importante di consensi elettorali che detiene nella sua regione, ha chiesto formalmente a Nello Musumeci di scendere in campo per la presidenza della Regione alle elezioni del 28 e 29 ottobre. E’ la prima volta che viene ufficializzata la proposta a Nello di capeggiare uno schieramento politico per rappresentare le aspirazioni del popolo siciliano. Mentre il Pdl si attarda in primarie dimenticate, in sondaggi nascosti e in candidature sconosciute, dalla Sicilia parte un segnale straordinario con cui occorre fare i conti. A partire da Musumeci, chiamato ora a rispondere all’appello di Miccicche’. E poi ai soggetti territoriali che riterrà di chiamare a questa battaglia. Guardiamo con entusiasmo alla possibilità che uno di noi possa assumere su di se’ la responsabilità di guidare una delle regioni piú importanti d’Italia, con il suo carico di storia. Se Musumeci dirà si’, non ci sarà bisogno di antipolitica. Basterà la buona politica. E i siciliani sanno chi e’ Nello Musumeci. https://www.facebook.com/groups/395864810462818/