CCP

giovedì 31 maggio 2012

Condoglianze a Stefano Di Martino

Roberto Jonghi Lavarini, Francesco Filippo Marotta e Mario Mazzocchi Palmieri con i collaboratori e sostenitori di "Destra per Milano", i tradizionalisti, i monarchici ed i patrioti riuniti nel Fronte della Tradizione, insieme alle Dame ed ai Cavalieri degli Ordini Dinastici della Real Casa, esprimono la propria affettuosa vicinanza al caro amico STEFANO DI MARTINO per l'improvvisa dipartita terrena di suo padre, Grand'Uff. Dott. FRANCESCO DI MARTINO. I funerali si terranno domani, venerdì 1 giugno 2012, alle ore 14.45, presso la Chiesa del Sacro Volto, in Via Sebenico a Milano (Zona Piazzale Lagosta).

martedì 29 maggio 2012

NO IMU!

"Piazza del Popolo"

PATRIOTTISMO

SOLIDARIETA'

"Uniti in difesa della sovranità"

STORACE: DA NAPOLI LA SFIDA DELLA SOVRANITA’ Usciamo da questi due giorni di direzione nazionale tutti finalmente consapevoli delle nostre potenzialità. Diamo al partito una dozzina di temi su cui orientare con le nostre forti parole d’ordine l’azione su tutto il territorio. Al grande tema della sovranità aggiungeremo alcuni passaggi, a partire dal sapere come elemento di merito per la nostra gioventù e la rappresentanza di quelle imprese massacrate dalle politiche economiche, a partire da quelle agricole. Offriamo all’Italia una destra di valori e di programma, che dobbiamo verificare, senza infingimenti e con sincerita’, se riusciremo ad allargare, puntando a superare i dissensi dei tempi passati, alla Fiamma Tricolore di Luca Romagnoli, con obbiettivi chiari per ciascuno. Spettera’ ai gruppi dirigenti delle due formazioni politiche provarci. È una destra che lancia al paese il grande tema della sovranità, che dovrà campeggiare nella importante manifestazione di Napoli il prossimo 9 giugno. Lì dovremo dire con chiarezza no al ricatto di chi paventa l’uscita dall’euro come disastro, e che pero’ omise di dire la stessa cosa quando adottammo la moneta unica senza neppure pretendere un’Europa finalmente capace di politiche non soggette alla finanza globale. A Napoli lanceremo la petizione per sottoscrivere un appello al Parlamento di indizione di un referendum sul fiscal compact. E lo faremo in piazza e nei gazebo, con una semplice frase: vuoi decidere tu il tuo futuro o vuoi che lo decidano gli uomini della banca centrale europea? Se il Parlamento ci risponde no, allora diremo basta a questa Europa. La sovranità è del popolo, e il popolo ha diritto di sapere chi detiene i 2000 miliardi dei nostri debiti nei mercati internazionali, e non ovviamente tra i risparmiatori di casa nostra. Non si paghino più: dobbiamo pretendere che si dica questo, con orgoglio, agli speculatori globali. Per farlo, ci vorrebbe un Craxi modello Sigonella. Abbiamo il dovere di vincolare ogni nostro passo all’obiettivo di programma, perché il centrodestra di oggi non è in grado di lanciare una battaglia di sovranità. Voglio dire di stare attenti a stare aggrappati a questo centrodestra. Se restiamo immobili assistiamo al bipolarismo tra Bersani e Grillo, e io non ci sto a portare la bara al funerale dell’alternativa alla sinistra. I nostri obiettivi programmatici li presenteremo proprio a Napoli, e dovrà essere chiaro che per le elezioni politiche non ci si potra’ chiedere di inseguire alleanze se non si butta giù Monti, se non ci si dirige verso politiche sociali serie, se non si punta al recupero della sovranità. Non c’è alleanza possibile se non si individuano obiettivi di programma. E dove siamo in coalizione non dico di rompere il patto con gli elettori, ma non dobbiamo restare silenti. Se restiamo la destra del centrodestra avremo un destino triste. Per allearci dobbiamo avere un gruzzolo di sì alle proposte che lanceremo a Napoli. Non è difficile, basta volerlo. FRANCESCO STORACE SEGR. NAZ. LA DESTRA

"Uniamo la destra italiana!"

Iacobelli (Fiamma Tricolore): «Uniamo le destre italiane!» Credo che sia giusto iniziare a riflettere sul momento storico politico che stiamo vivendo, oggi siamo tutti chiamati a comprendere le difficoltà in cui versa il nostro ambiente continuamente frammentato in mille movimentini più o meno identitari più o meno in buona fede più o meno utili al sistema ma sicuramente inutili a tenere alti i nostri valori a dare continuità al progetto missino, l’unico in grado di ricostruire una destra capace di intercettare il consenso degli Italiani . Con grande senso di responsabilità impegniamoci tutti ad evidenziare punti di convergenza piuttosto che elementi, spesso dettati da manie di protagonismo, che ci dividono. Dobbiamo essere punto di riferimento e di aggregazione intorno ad un progetto che sia oggettivamente REALIZZABILE e SOSTENIBILE basta con ipotesi prive delle condizioni necessarie alla loro realistica affermazione. Il nostro popolo vuole tornare a combattere potendo guardare un meta da raggiungere in una dimensione reale e non astratta. Il nostro popolo vuole concretezza e necessita di soluzioni che producono azione politica e non castelli costruiti sulle nuvole , il nostro popolo vuole seguirci in una marcia trionfale che avvolga la nostra nazione con un’interminabile tricolore . LAMBERTO IACOBELI FIAMMA TRICOLORE

Noi stiamo con il Papa!

martedì 22 maggio 2012

Con il Popolo contro il sistema!

Analisi del voto: gli Italiani puniscono la casta, la partitocrazia ed il governo Monti!

Al ballottaggio delle elezioni amministrative ha vinto l'astensionismo: hanno votato la metà degli aventi diritto. Ed oltre la metà di chi è andato a votare ha sostenuto forze anti-sistema (come il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo), liste civiche, partiti ed esponenti politici locali contrari al Governo Monti. La famigerata coalizione partitocratica ABC (Alfano, Bersani, Casini), ora, non rappresenta nemmeno il 20% del popolo italiano. Il centro-sinistra cala ma resiste, la Lega si dimezza e perde 7 sindaci su 7, il PDL perde 2/3 del proprio elettorato, dalla Lombarida alla Sicilia ed Alfano viene sconfitto anche nella sua Agrigento. Le favole ed i trucchi di Berlusconi non incantano più gli Italiani e le pulizie leghiste di Maroni sono insufficienti a coprire le porcherie della famiglia Bossi e del "cerchio magico". La gente, afflitta dalla profonda crisi sociale ed economica, provocata dalle banche e dall'alta finanza internazionale, si scaglia, giustamente, contro questa casta di politicanti parassiti ed incapaci. Serve tornare alla buona Politica, è assolutamente necessaria una nuova classe dirigente capace, meritevole e rappresentativa, selezionata secondo precisi criteri di partecipazione, trasparenza e meritocrazia. Serve un grande destra, un fronte nazional-popolare delle forze sane della nazione. Noi (comunità militante del comitato Destra per Milano), queste cose, le diciamo da anni, nell'area della destra come nel PDL, anche prima della crisi economica e politica di questi mesi, ma siamo sempre rimasti Cassandre inascoltate: peccato, si sono perse opportunità preziose ma non ci piangiamo certamente addosso e siamo sempre pronti a rimboccarci le maniche ed a scendere in campo per la nostra amata Italia, con la nostra passione, la nostra coerenza e la determinazione di sempre!

martedì 15 maggio 2012

Elezioni in Europa: popoli in rivolta!

Governo Monti: ridere per non piangere...

Storace, Santanchè, Mussolini: via il governo Monti!

«Lo spread che schizza clamorosamente a quota 430 non è un buon motivo per preparare il trasloco di Monti e dei suoi tecnici?». Lo chiede in una nota su Facebook, Francesco Storace, segretario nazionale de La Destra (ANSA) No all’ ‘Europa della monetà, si a quella ‘dei popolì: cosi Francesco Storace, sul suo blog, denunciando il clima di tensione che monta nel paese. Storace indica ad esempio di Camaiore dove un candidato sindaco «non dell’ultrasinistra» ha promosso una iniziativa contro il suo comizio. Il leader de La Destra denuncia il pericoloso clima di «indifferenza irresponsabile» su queste vicende: «Se vado a Camaiore – sottolinea – si corre il pericolo che si verifichi qualche tragedia. Mi preoccupa questa sottovalutazione, perch‚ non è normale che non si possa fare un comizio in democrazia. Tutti devono dire ai propri organi dirigenti e alla base, che c’è da stare attenti a quello che si fa». «Poi – prosegue – c’è l’esasperazione dei cittadini, la questione fiscale e come viene vissuto male il rapporto con le istituzioni. La vicenda Equitalia è emblematica: il funzionario non c’entra niente, ma bisogna addolcire il rapporto con chi non può pagare le tasse. In Parlamento devono porsi questo problema. Sono preoccupato, poi, per il futuro, perchè quello che accade con Equitalia riguarda il commerciante così come il precario: serve maggiore prudenza, perchè l’esasperazione porta a individuare un nemico. Ci sono leggi sbagliate che vanno corrette, perchè si stanno distruggendo pezzi dell’economia nazionale. Stretta delle banche, carovita, costo del lavoro, Equitalia; e poi la manovra correttiva tra qualche mese, per non parlare del fiscal compact europeo che ci imporrà 20 anni di finanziarie deprimenti». «Non vogliamo subire tutto per stare in Europa, il 9 giugno faremo una grande manifestazione a Napoli: sono stato sostenitore dell’Europa dei popoli – conclude Storace – non dell’Europa della moneta». (ANSA). (AGENPARL) – “Questo governo non ha fatto un tubo: non c’è stato un atto di rigore, c’è stato un atto ragionieristico per cui si sono aumentate solo le tasse”. Lo ha detto Daniela Santanchè, esponente del Pdl, intervenendo ad Agorà, su Rai Tre. “Siamo vittime di una menzogna – prosegue Santanchè – qualcuno pensava che la risoluzione di tutti i mali fosse un governo di tecnici e, invece, quello che sta accadendo in questo periodo ci dice che così non è. E’ in pericolo la democrazia, la tenuta sociale e il futuro del nostro Paese. Non voglio dire che la colpa sia di Monti, ma neanche tutta del governo precedente come è stato detto. Prima usciamo da questa farsa che è in corso, prima possiamo iniziare a risolvere questi problemi”. “In tutto ciò – conclude Santanchè – dispiace il silenzio totale della politica in una giornata come quella di ieri. Non si sa più chi è l’interlocutore e questo sta provocando l’esplosione di rabbie che spesso sono silenziose e quindi più pericolose”. «Ormai siamo sulle soglie del baratro. In pochi mesi, dopo cure da cavallo, il debito pubblico è al top, le entrate tributarie in calo e lo spread è alle stelle: e non è finita! Monti ha fallito e se ne deve andare per il bene dell’Italia. La parola torni al popolo sovrano». Alessandra Mussolini (PdL) ribadisce così la necessità di chiudere l’esperienza del governo Monti. (ANSA).

Progetto Nazionale contro il 25 aprile!

Analisi e riflessioni politiche di Adriano Tilgher

UN VOTO CONTRO L’EURO Come interpretare questa tornata elettorale in Europa? E’ stato un voto contro l’euro e contro questo modello di unità ( ho difficoltà a definirla europea) basato su burocrazia, moneta unica e ricatti dei poteri finanziari. In Francia, il successo del Fronte Nazionale è la prova principale di quanto sosteniamo, ma anche Hollande, uomo della sinistra asservita ai poteri forti, per vincere ha dovuto denunciare la propria opposizione al “fiscal compact”, anche se la Merkel, finito il ballottaggio, lo ha subito richiamato all’ordine. In Grecia, il consociativismo di centro destra e centro sinistra è stato sconfitto e la governabilità è a rischio al punto che il successo di partiti anti euro di destra e di sinistra ha spinto la disinformazione della stampa planetaria a parlare di neo nazismo e neo comunismo. La verità è che si vuole esorcizzare il rischio di una convergenza di forze popolari e nazionali per la difesa e, nel caso della Grecia, la sopravvivenza di un popolo tra i più ricchi di storia e di cultura del mondo. Sono le nuove frontiere della politica che vedono da una parte i partiti asserviti ai poteri forti ed alla finanza internazionale, dall’altra quelli che vogliono dare voce al malessere dei popoli, generato dalla crisi dell’ultimo mostro ereditato dal secolo passato: il liberismo. Anche in Italia il dato è confortante: l’insieme dei voti del PD, del PDL, dell’UDC e consociati, che tengono in piedi il commissario liquidatore dell’Italia, Mario Monti, non sono sufficienti a garantire un successo elettorale futuro al loro squallido e servile consociativismo. La somma dei voti delle forze anti Monti, che sono quindi anche anti euro e anti Unione E., invece dimostra la possibilità di cambiare le politiche nazionali. Se a questi risultati aggiungiamo la forte astensione dal voto ci rendiamo conto di quale enorme spazio esiste per riprendere il cammino politico dell’Italia in chiave sociale e nazionale; si tratta solo di capire la particolarità del momento e quindi la necessità di liberarci delle sclerosi del passato per costruire il grande fronte degli Italiani, alternativo, questo sì, ai venduti, corrotti e corruttori di ogni colore. Per fare questo ci vuole intelligenza. Ne saremo capaci? Adriano Tilgher ---------------- La crisi politica Quando avevo venti anni ero, come la maggior parte delle energie vitali della mia generazione, impegnato politicamente in modo notevole, posso dire che vivevo solo per quello. Il motivo di fondo del mio impegno nasceva dalla considerazione della crisi della società in cui vivevamo e che la crisi era di sistema. Il sistema partitocratico nato dalla sconfitta militare europea del 1945 era in crisi di rappresentatività, di partecipazione, di potere e noi cercavamo nuove forme che potessero far partecipare i cittadini alla gestione ed alla vita sia politica che economica della Nazione. Sono anni stupendi durante i quali, a destra come a sinistra, iniziano a elaborarsi nuovi e diversi documenti e proposte politiche; e queste proposte vengono richieste dalla piazza ed elaborate sul campo. Poi, per reprimere quel grande sogno, che stava addirittura portando, a poco più di venti anni dalla fine del conflitto civile che aveva tragicamente funestato l’Italia, al superamento delle contrapposizioni antifascismo-anticomunismo, “qualcuno” diede vita allo stragismo, alla strategia della tensione, che servì a ricreare gli opposti estremismi e condusse, come via obbligata, al terrorismo. Fu così che le giovani generazioni più vive e più autentiche furono prima criminalizzate e poi eliminate. Molti persero la vita, tanti passarono lunghi anni in carcere. I mediocri, quelli che oggi occupano gli spazi della politica, continuarono a proteggersi sotto l’ombra nefasta della partitocrazia, chiedendo pene severe per chi si ribellava ed imparando nel modo peggiore l’arte della corruzione e della concussione, e facendo squallide carriere all’ombra delle segreterie di partiti che tramavano nella costruzione e nello sfruttamento delle ore più buie della nostra storia recente: sono gli anni di piombo. Poi la sinistra tentò il recupero di quelle risorse: clamorosi i casi di Piperno, Sofri, Negri, Boato, D’Elia, ecc., cui mai è stato chiesto di rinnegare le proprie scelte politiche; la destra invece continuò nell’opera di demonizzazione di coloro che erano stati utili per consentirne la sopravvivenza, tranne qualche sporadico caso che, dopo opportune abiure e rinnegamenti, è servito soprattutto a drenare voti di preferenza. Fini, Alemanno, Gasparri sono stati campioni in materia di sfruttamento ed abiure. Oggi, dopo oltre quaranta anni, la crisi politica è sempre la stressa, anzi, la malattia, che all’epoca forse sarebbe stata curabile, è diventata incurabile. Il sistema dei partiti sta palesando tutta la sua farraginosità ed antidemocraticità. Esiste una frattura insanabile tra i partiti e i loro seguaci, da una parte, e la gente, dall’altra, tra la politica ed i partiti, tra la partecipazione e le forme istituzionali. Da quegli anni, che qualcuno ha definito “formidabili”, nessuno è stato capace di proporre cambiamenti radicali che ricreassero il contatto e l’accordo tra la gente e la politica, tra gli elettori e i loro rappresentanti, tra il popolo e le istituzioni. Lo spettacolo che i partiti ed i loro uomini stanno dando in questi giorni rappresenta veramente la chiusura tombale della stagione dei partiti: Lusi tesoriere della Margherita che si appropria di tredici milioni di euro dei rimborsi elettorali del suo partito; Rutelli, che di quel partito era il segretario, non se ne accorge, come Scaiola non si era accorto che aveva pagato casa metà prezzo; nessuno sa che fine ha fatto il patrimonio di Alleanza Nazionale, dei DS, dell’Italia dei Valori di Di Pietro; la Lega che investe soldi del partito in Africa; ma nessuno si chiede perché dei partiti politici, che dovrebbero essere al servizio dei cittadini, hanno dei patrimoni così ingenti e soprattutto come se li sono procurati. Personalmente faccio politica da tanti anni e probabilmente sono l’unico, o, nel migliore dei casi, uno dei pochissimi che in politica ci ha rimesso soldi; anche io ho preso il rimborso elettorale per le elezioni europee affrontate con Alternativa Sociale, ma quei soldi non sono stati sufficienti a coprire i debiti contratti dal mio partito. Come fanno costoro ad accumulare enormi patrimoni, per dipiù spendendo cifre da capogiro in propaganda, convegni, campagne elettorali? C’è da credere che corruzione e concussione siano gli strumenti attraverso cui si reperiscono fondi per sé stessi e per il partito: sono questi i veri costi della politica. Vogliamo tagliarli veramente questi costi? Non serve ridurre deputati e senatori o cancellare le provincie, sono i classici pannicelli caldi che tutt’al più riducono la rappresentatività delle minoranze, dobbiamo tagliare alla radice recidendo la fonte prima di questi costi: i partiti politici. Serve una grande riforma istituzionale e costituzionale, che consenta a tutti i cittadini di raccogliersi attorno ad idee condivise in occasione delle consultazioni elettorali e che li metta in condizione di poter esprimere le proprie scelte sia su base territoriale che in base alle funzioni che svolgono nella vita di ogni giorno, realizzando così una più autentica partecipazione. Regolamentare le campagne elettorali secondo rigidi protocolli operativi ed economici che determinino la fine del mercimonio dei consensi è un altro elemento di risparmio di risorse che va abbinato all’utilizzo in modo paritetico da parte di tutti i candidati degli strumenti di comunicazione di massa a costo zero. Ci vuole poco a realizzare una democrazia perfetta senza partiti, basta volerlo e, oggi, gli Italiani sono pronti. Ci libereremmo così in un solo colpo dei Monti, dei Casini, dei Bersani, dei Fini, dei Pisanu… Adriano Tilgher --------------- Tutto cambia perché nulla cambi Tutto cambia perché nulla cambi. Sembra un gioco di parole , ma è la realtà in cui viviamo. Ci hanno regalato un governo di sedicenti tecnici perché avrebbe risolto i guai finanziari dell’Italia, avrebbe fatto tornare la liquidità, avrebbe abbassato lo “spread” con i “bond” ( non James) tedeschi, avrebbe rilanciato la borsa ed avrebbe fermato il declassamento da parte delle società di “rating”. A parte l’ormai popolare uso di questi termini stranieri, nella cui estraneità sta il segreto della truffa in atto, nonostante l’uso sproporzionato da parte dei media di espressioni elogiative nei confronti di questo governo, nulla è cambiato all’infuori del gravame e fiscale e di spese per la parte meno ricca del nostro popolo. Infatti l’Italia è sempre nei guai, la liquidità continua a mancare, e non poteva essere diversamente visto che l’obiettivo è sempre quello di rapinare il nostro patrimonio nobile, lo “spread” è sempre fermo a livelli stratosferici, la borsa è sempre deficitaria tranne qualche sussulto periodico, come era nei tempi precedenti questo governo, e le società di “rating” si preparano a nuovi declassamenti. In compenso ci apprestiamo a ricevere con tutti gli onori la Merkel e Sarkozy, che non solo sono stati una delle principali cause di questa crisi e che stanno risolvendo i problemi delle loro banche con i nostri titoli di stato ad elevato rendimento, ma si sono anche permessi di irriderci senza scusarsi della loro scorrettezza. Se a questo aggiungiamo che la disoccupazione che doveva diminuire è aumentata, che il prodotto interno lordo rimane basso, le attività commerciali medio piccole chiudono in elevate percentuali e che la finanza straniera entra anche nei nostri gruppi pregiati che si sono ricavati spazi prestigiosi in settori di nicchia, ci rendiamo conto che non era di sedicenti tecnici che avevamo bisogno. Ma non basta: il caso Malinconico, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, costretto già a dimettersi per ragioni di “opportunità”, il fatto che il ministro allo sviluppo economico, Corrado Passera, non abbia escluso la possibilità di candidarsi alle prossime elezioni, la stessa tendenza a considerare Monti come un possibile candidato alla presidenza del consiglio futuro ci dimostrano la contiguità, o meglio la subordinazione, dell’attuale sedicente classe politica a questi professori che sicuramente non rappresentano né il nuovo né la speranza per un futuro migliore. Ci vuole altro, non ci stancheremo mai di dirlo. Ci vuole un’autentica classe politica che si smarchi dalle conventicole finanziarie, che non sia ricattabile dalle varie “lobbies”, che sappia trovare la forza, il coraggio e il modo per riprendersi la sovranità monetaria, che nazionalizzi la Banca d’Italia, che costruisca un’autentica unità politica e militare dell’Europa, che chieda sacrifici a breve termine al popolo italiano ma che al contempo sia disposta a rinunciare a tutti i privilegi che l’hanno fatta assurgere al rango di “casta”. Una nuova classe politica che abbia l’autorità morale per contrastare tutte le caste, da quella dei giornalisti a quella dei magistrati, da quella degli imprenditori a quella dei sindacati, ecc., che abbia capacità di legiferare senza concedere nulla ai gruppi di pressione ma rispondendo esclusivamente alle esigenze ed agli interessi del popolo italiano. Chi può decidere tutto questo? Soltanto il popolo! Allora andiamo a votare in modo che domani si possano attribuire responsabilità oggettive: se gli Italiani sceglieranno come propri governanti i banchieri che governano ora, sarà un suicidio; se sceglieranno i soliti vecchi arnesi sarà autolesionismo; se rischierà sulle idee nuove avrà dimostrato coraggio ed avrà coltivato la speranza di uscire dal tunnel. Io il 4 febbraio scenderò in piazza con La Destra per chiedere le dimissioni di Monti, per spronare la classe politica a togliere la fiducia al governo prima che gli Italiani li rispediscano definitivamente a casa, per andare rapidamente al voto. Togliere gli alibi è fondamentale e, se il popolo italiano ha la vocazione all’autolesionismo, ben vengano i sedicenti tecnici, io credo invece che c’è un vento nuovo che potrà rapidamente rimettere in sesto questa barca. Accetto scommesse! … e andiamo al voto, il resto è perdita di tempo. Adriano Tilgher

lunedì 14 maggio 2012

Marine Le Pen: "Mario Monti difende le banche non il suo popolo!"

Francia, Marine Le Pen: Mario Monti è un impiegato di banca e farà interessi delle banche, tornare alle monete nazionali” Mario Monti è “un impiegato di banca”: così Marine Le Pen ha definito il presidente del Consiglio italiano in una intervista concessa a Sky Tg24. “Penso che l’Italia ha sbagliato a prendere un impiegato di banca per governarla, perché l’impiegato di banca difenderà solo gli interessi delle banche e non del popolo” ha detto la leader del Front National, giunta terza nel primo turno delle presidenziali francesi. “Non credo che l’Italia sopporti minimamente tutte queste misure ultra-liberali, che si stanno portando avanti e che portano comunque a conseguenze drammatiche dal punto di vista economico e sociale” oltre che “all’aumento del deficit del debito”, ha aggiunto Le Pen. “E’ una spirale, bisogna rompere con questo sistema e come dico da mesi noi dobbiamo metterci attorno ad un tavolo e organizzarci in modo comune attorno alle nostre monete nazionali, questo sarà il solo modo di ritrovare una competitività, adattando la nostra moneta alla nostra economia”. Marine Le Pen consiglia pertanto agli italiani “di andare a votare presto, e di votare per chi sarà pronto a lottare contro questa Unione Europea e vorrà far tornare il paese alla moneta nazionale piuttosto che conservare l’euro”. Tmnews 3 maggio 2012

giovedì 10 maggio 2012

Commento ai risultati elettorali 2012

Queste elezioni amministrative hanno punito la casta, la partitocrazia e le forze politiche che supinamente sostengono questo infame governo mondialista delle banche e delle tasse. Questi, in sintesi, i risultati: perdono ma tengono PD e SEL, il PDL e la Lega si dimezzano, scompaiono il Terzo Polo (sopravvive solo l'UDC) e l'italia dei Valori, grande successo per il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo e per molte liste civiche locali, aumento della dispersione del voto e dell'astensionismo. Per quanto riguarda la destra radicale italiana, ancora tragicomicamente divisa in 2-3 listarelle, il risultato, è veramente penoso: La Destra ottiene mediamente l'1% mentre la Fiamma Tricolore e Forza Nuova i soliti zero virgola. Due i risultati positivi che devono farci riflettere: il 3% ottenuto dalla lista unitaria "Desenzano Tricolore" e, sopratutto, lo straordianrio risultato (37%) della lista civica del Sindaco Flavio Tosi a Verona, nella quale sono stati candidati ed eletti consiglieri comunali e circoscrizionali diversi esponenti della destra identitaria veneta. Mentre in tutta Europa, dalla Francia alla Grecia, soffia un forte vento di rivolta nazionale e popolare, in Italia, i movimenti di destra, politicamente divisi ed incapaci, non riescono ad intercettare il voto di protesta e nemmeno quello identitario. Servirebbe subito una svolta: lo scioglimento di tutti i movimenti esistenti in un grande Fronte Nazionale e la convocazione di un congresso costituente aperto ai giovani, alla categorie professionali ed alle realtà locali.

Sole che sorgi... Alba d'Oro in Grecia: una speranza per tutta la nostra Europa!

La destra radicale greca (il movimento ALBA D'ORO, nazionalista, tradizionalista ed identitario, guidato da Nikolas Mihaloliakos, consigliere comunale di Atene, che non ha mai nascosto la sua simpatia per la passata dittatura dei colonnelli e la sua vicinanza al paganesimo classico ed al pensiero nazionalsocialista) ha ottenuto uno straordianrio 8% alle elezioni politiche, entrando, per la prima volta in parlamento, con una ventina di deputati, giovani ed agguerriti. Gli elettori hanno invece sonoramente punito gli altri partiti, in particolare la destra "moderata" (LAOS) per il suo sostegno al governo mondialista imposto dalle banche europee. Dopo la Francia e l'Olanda, anche la Grecia rialza la testa, in nome della autodeterminazione dei popoli, della giustizia sociale, della sovranità nazionale e monetaria.

giovedì 3 maggio 2012

Elezioni Amministrative 2012: NO al governo Monti, NO all'IMU, NO ad Equitalia!

Rivalutazione delle rendite catastali ed IMU (anche sulla prima casa, di fatto una vera patrimoniale), IVA al 23%, benzina a quasi 2,00€ al litro (1,40€ di accise allo stato), aumento delle bollette di luce e gas, aumento dei trasporti e delle autostrade, aumento dei generi alimentari e di prima necessità, stato di polizia fiscale con poteri incostituzionali ad Equitalia ed aumento dei controlli della Guardia di Finanza, diminuzione dell’accesso al credito per famiglie ed imprese, diminuzione delle pensioni e dei diritti dei lavoratori. Questo governo ladro rapina, impoverisce ed umilia gli Italiani, le famiglie e le imprese, i giovani e gli anziani, colpendo duramente la spina dorsale del paese, ovvero la sana borghesia produttiva del nord. Il governo Napolitano-Monti fa solo gli interessi dei poteri forti, degli usurai delle banche, degli speculatori delle borse, dei parassiti dell’alta finanza internazionale, gli stessi che hanno creato questa crisi economica internazionale. Miserabili traditori sono questo questi politicanti, immeritatamente nominati in parlamento, che per tenersi poltrona e privilegi, sostengono supinamente questo governo antinazionale ed antipopolare. Grillo non è il problema ma il segno della decadenza e della protesta ma non serve l’antipolitica ma una buona Politica fatta da patrioti determinati e disinteressati: anche in Italia serve un grande Fronte Nazionale come quello francese di Marine Le Pen che combatta per la nostra sovranità politica e monetaria, per la nostra libertà e per i nostri diritti, per le nostre tradizioni e le nostra identità, per la nostra sicurezza e per il nostro benessere. Per questo, alle prossime elezioni amministrative, invitiamo a sostenere solo i candidati che si contrappongono, ufficialmente e concretamente, a questo infame governo delle banche e delle tasse, alla IMU rapina ed agli strozzini di Equitalia: liste civiche, La Destra e la Fiamma Tricolore, ma anche Forza Nuova e "maroniani" della Lega Nord.