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lunedì 24 settembre 2012

2013: incubo Monti...

DestraMente - Crisi, ancora bugie da Monti: il 2013 sarà da incubo. Mario Monti – politicamente parlando, solo e semplicemente un delinquente e un bugiardo – ancora l’altro giorno parlava di possibile ripresa nel 2013. Si è già spiegato come quelle parole fossero campate per aria, non sorrette da nulla, in termini economici. In particolare, si è notato come il Documento di economia e finanza, reso pubblico da Palazzo Chigi, illustrasse esattamente dati che inducono a riflessioni esattamente opposte a quelle sviluppate da questo leader di se stesso. Non si sapevano tutti i dati, però. L’Ansa, infatti, dopo aver deliziato gli italiani con le notizie sulle disastrose previsioni sul Pil 2012 e su quello del 2013, oggi sottolinea che la capacità di spesa delle famiglie si è contratta quest’anno del 3.3% e che il prossimo diminuirà di un ulteriore mezzo punto. Poi, giusto per non farsi mancare nulla, si prevede facilmente un ulteriore punto d’incremento del tasso di disoccupazione. Insomma, ci saranno meno italiani in grado di spendere e quelli che potranno lo faranno in misura minore. Nessuno, per altro, può sapere gli effetti concreti che avranno, sulle dinamiche economiche, il Fiscal compact, oppure l’idiotissimo e delinquenziale provvedimento che costringerà tutti a pagare col bancomat le spese superiori a 50 euro, con tanta soddisfazione delle banche. Però, il governo assicura che le cose cambieranno nel… 2014! Una ridicolaggine, il cui unico fondo di verità possibile sta nell’amara certezza che, se non altro, Monti e la sua accozzaglia di rapaci miliardari non ci saranno più. Infatti – e sono sempre dati del governo – le famiglie italiane, sempre che non ci siano altri scossoni, tra due anni potrebbero ricominciare a spendere uno 0.6% in più rispetto a quanto faranno da gennaio gennaio. In altre parole, nel 2014 le spese degli italiani potrebbero tornare ai livelli del 2012, cioè, molto più deboli del 2011. Tutta teoria, però. In pratica, le difficoltà in cui la gente versa e verserà di qui in avanti, se non ci sarà uno scatto in avanti della politica, un radicale cambiamento di rotta, saranno destinate ad aumentare, col rischio di una crisi sociale senza precedenti. E, forse, è proprio questo che deve accadere, perché si smetta di pensare al benessere degli istituti di credito: un po’, anzi, un bel po’ di persone nelle strade. Neanche tanto pacifiche. Massimiliano Mazzanti

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