CCP

lunedì 16 luglio 2012

Appello di Roberto Jonghi Lavarini: riunire, riorganizzare, rilanciare la DESTRA italiana!

Silvio Berlusconi ha deciso, ancora una volta, di sparigliare il gioco, fregandosene di tutti e di tutto, decidento di riscendere in capo, di rifondare Forza Italia e di candidarsi nuovamente alla presidenza del consiglio alle prossime elezioni politiche del 2013. Il PDL, come avevo previsto da tempo, è già morto e sepolto, alla faccia del tesseramento e dei congressi. Quella del Cavaliere di Arcore è certamente una scelta legittima, quanto surreale, non per vincere ma per salvare il salvabile, visto che tutti i sondaggi danno il PDL intorno al 15% (aveva il 38%) e Grillo al 20%. Il vero problema è che Berlusconi, ripeto, sa benissimo di non poter vincere, ma vuole solo rafforzare la sua posizione all'interno del futuro governissimo (ABC, Alfano-Bersani-Casini, PDL-PDL-UDC), continuando a sostenere Monti e tutte le decisioni, antinazionali ed antipopolari, che ci vengono imposte dal mondialismo, ovvero da quei poteri forti internazionali che gestiscono l'economia monetaria, bancaria e finanziaria. Ora, è chiaro che la nostra destra, così com'è, divisa in mille rivoli, non ha alcuna possibilità di incidere in questo scenario politico nazionale.
Faccio mio l'accorato, autorevole e disinteressato appello di intellettuali d'area come Marcello Veneziani e Renato Besana, alla unità ed al rilancio della destra, culturale prima che politica, italiana. "Ritorniamo presto ad Itaca, uccidiamo tutti i proci e riorganizziamo bene le nostre forze": partendo da un congresso costituente di rifondazione che veda la partecipazione de La Destra di Storace, della Fiamma Tricolore di Romagnoli, degli ex AN che non se la sentono di morire camerieri (seppur ben pagati) di Arcore e di tutte quelle realtà attive sul territorio e penso alle centinaia di benemeriti circoli culturali e sociali presenti dalla Alpi alla Sicilia. Gli sbarramenti e le alleanza elettorali? Pensiamo, prima, "a noi stessi", alla nostra comunità, alla sopravvivenza delle nostre idee e delle nostra storia poltiica, ad unirci e riorganizzarci bene, poi, in maniera assolutamente pragmatica (e persino strumentale) dovremo decidere come e con chi allearci, magari facendo accordi tecnici con lo stesso Berlusconi che, comunque, rimane meno peggio di Bersani, Casini, Vendola e, probabilmente, anche di Grillo. ROBERTO JONGHI LAVARINI - robertojonghi@gmail.com

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