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giovedì 26 luglio 2012

Massimiliano Mazzanti sul "Ritorno ad Itaca"...

Massimiliano Mazzanti
Ritorno a Itaca e l'indubbio fascino di Veneziani (di Massimiliano Mazzanti) giovedì, luglio 26, 2012 DestraMente, Editoriali No commenti Nell’attuale, desolante panorama politico, l’appello di un personaggio del calibro di Marcello Veneziani esercita un indubbio fascino. Senza farsi alcuna illusione – quante scottature in questi anni! –, nelle sue parole c’è il richiamo di antiche amicizie, di lunghe, appassionate militanze, di sogni che non si è mai smesso di coltivare. Ritornate a Itaca, quindi, nel senso di una ricostruzione di un pensiero e di un’azione di destra nel solco della cinquantennale esperienza missina e della primissima An, può essere non solo uno slogan, ma, appunto, un progetto. Non un afflato nostalgico, un guardare al passato per lodare i tempi andati, bensì un riprendere il filo laddove il “finismo” lo ha spezzato, per trasformare il percorso evolutivo di un’intera comunità umana e politica nel velleitario e personalistico e senza scrupoli avventurismo di un uomo votato solo a se stesso. Come ogni viaggio, però – affinché non risulti onirico, se non addirittura onanistico o, peggio ancora, “stupefacente” –, è necessario individuare il mezzo adatto per compierlo. E non si tratta di stabilire quale tra i tanti partitini scegliere o quali tra i tanti colonnelli, marescialli o caporali del PdL ri-arruolare e quali no; si tratta di decidere quale battaglia concreta condurre nella società italiana – scegliendola tra quelle funzionali alla soluzione di uno o più problemi reali della gente –, per dimostrare nuovamente le capacità operative e di governo della Destra e per coalizzare nuovamente intorno a un tema larghe fette del tessuto umano, sociale ed economico del Paese. Più che lo spogliarello storico ed ideologico condotto da Fini – e non solo da lui, in verità –, quello che ha veramente nuociuto alla ex-An e alla Destra in generale è stato il sostanziale vuoto programmatico. Cosa ha significato, in concreto, essere di destra, negli ultimi 10 anni? Sinceramente, per chiunque sarebbe difficile dirlo: Giustizialisti o garantisti? Nemici dell’immigrazione o fautori di una nuova dimensione della cittadinanza? Dalla parte dei sindacati o degli imprenditori? Difensori del lavoro o amici delle banche e della speculazione? Quale che sia il binomio proposto, nessuno potrebbe dire con certezza che la Destra italiana – intesa come complesso degli uomini in cui gli italiani l’hanno sempre identificata – abbia scelto un fattore rispetto all’altro. Tutt’al più, si potrebbe verificare che parte hanno fatto delle scelte, altri quelle opposte. Allora, per tornare a Itaca, andrebbe affrontato – da parte di chi si propone a guidare la barca – un grande tema, andrebbe aggredita una grande urgenza e individuata una soluzione che, a quel punto, dovrebbe fungere anche da rotta per la navigazione. Solo così, dando esempio di realismo e di passione, di doti intellettuali e capacità d’azione, il popolo della Destra italiana e quei molti milioni di italiani che, anche nei momenti più bui della Repubblica, hanno guardato a destra per la salvaguardia del Paese, tornerà a riunirsi e a compattarsi per ritornare a fare politica insieme. I soli appelli ai valori eterni e alle tradizioni avite, invece, porterebbero, tutt’al più, alla costituzione del solito “club reducistico“.

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